SUPERINTELLIGENZE E DISUMANIZZAZIONE: UN RISCHIO CONCRETO

20 Marzo, 2018 | Autore : |

 

Il rapporto tra intelligenze artificiali e disumanizzazione della società appare già concreto, presentando una serie di ricadute, sia nel campo etico che in quello dei diritti, che dovrebbero essere ampiamente discusse dall’avvocatura italiana. E’ di queste ore la notizia che in Arizona, negli Stati Uniti d’America, un veicolo a guida autonoma è stato coinvolto in un incidente mortale, causato dall’investimento di una donna che attraversava la strada al passaggio dell’auto priva di guidatore umano.

 

UBER sospende i test sui veicoli privi di guidatore a causa di un sinistro mortale in Arizona

 

Nonostante i dati raccolti sino ad oggi dimostrino che le auto guidate da intelligenze non umane siano molto più sicure di quelle affidate all’uomo, la paura di un controllo che sfugga all’umano, o peggio, di un’autonoma e volontaria presa di coscienza delle macchine pensanti, decise ad agire contro l’uomo, resta un timore tutt’altro che irrazionale. Ne parla il filosofo Nick Bostrom, che nel libro “Superintelligenza” analizza gli scenari possibili, legati allo sviluppo delle intelligenze artificiali ed al loro ingresso nella nostra vita. In particolare, secondo Bostrom emerge la problematica legata alla gestione valoriale delle azioni che le macchine possano svolgere autonomamente, con effetti potenzialmente nocivi, con riguardo alla sicurezza del genere umano.

 

Corrado Augias racconta “Superintelligenza”, opera di Nick Bostrom

 

Il rapporto tra le strategie dominanti da adottare nella società per minimizzare l’impatto potenzialmente letale di azioni che sfuggono ad un controllo razionale è spesso sorretto da percezioni soggettive, che non trovano riscontro nei fatti, ma sono capaci di alimentare psicosi di massa, nonché di guidare gli atteggiamenti e le scelte dei governi.

E’ un dato di fatto incontestabile che la proiezione nelle sale cinematografiche mondiali del film “Lo squalo”, portò ad una caccia sfrenata nei confronti di questo splendido animale marino, nonostante ogni anno, nel mondo, muoiano più persone per la puntura di un insetto di quante periscano per attacchi del vorace pescecane. Allo stesso modo, le azioni folli e criminali partorite da menti umane deviate causano molte più vittime dell’errore di una macchina, che possa uccidere inconsapevolmente.

Cosa ci porta a temere la disumanizzazione della società e come adottare strategie dominanti e razionali, capaci di vincere le percezioni soggettive? La tematica non è di facile soluzione e non può prescindere da dubbi e paure che vanno tenute in debita considerazione. La progressiva dipendenza dell’uomo dalle macchine pone enormi problemi etici, che prescindono dal mero concetto di efficienza. L’accettazione del rischio connesso a volontà distorte manifestate da macchine capaci di imparare autonomamente non può dunque riflettere solo il calcolo delle opportunità che uno sviluppo controllato delle intelligenze artificiali avrà nel prossimo futuro.

La morte, o anche altri tipi di effetti indesiderati, legati all’agire erroneo o criminale delle macchine, assume ai nostri occhi una valenza offensiva maggiore di quella che tali evenienze manifestano quando sono diretta conseguenza dell’agire umano. La guerra tra uomini e macchine o anche tra macchine pensanti, come degenerazione di un sistema controllato da intelligenze non umane, non può dunque essere retrocessa al rango di timore irragionevole.

 

La convivenza tra uomini e macchine pensanti necessita di una specifica analisi degli effetti sociali della rivoluzione che ci apprestiamo a vivere. Il contatto con la disumanizzazione è sempre più intenso. Sul mercato irrompono pensatori artificiali, amanti capaci di fare sesso al posto degli umani, chirurghi, avvocati, disegnatori e progettisti dal cervello evoluto, ma privo dell’empatia che caratterizza l’agire fisiologico dell’uomo. Di fronte a questo cambiamento il parametro di tollerabilità non può mai mettere in discussione il diritto ed il dovere dell’uomo di proteggere l’umanità, sia intesa come integrità fisica, sia facendo riferimento alle caratteristiche non riproducibili, intime ed intangibili che rendono l’uomo un portatore di valori, sentimenti e pensieri che ne fanno il protagonista indiscusso dell’universo etico e giuridico attualmente in vigore sull’intero pianeta Terra.

 

Avv. Salvatore Lucignano

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