O.U.A. ALL’ASTA. NON SVENDIAMO I MOBILI, MA LA DIGNITA’

22 Marzo, 2017 | Autore : |

 

Ieri l’avvocatura libera ha visto compiersi l’ultimo sfregio alla professione forense italiana. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, nella persona della Presidente, la collega Mirella Casiello, ha dovuto pubblicare un avviso di messa in vendita degli arredi, per racimolare pochi spiccioli.

L’avvocatura italiana ha così dimostrato, per l’ennesima volta, di essere rappresentata da individui privi di senso dell’onore. Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, così attento a parlare di decoro, così impegnato nelle battaglie politiche sue e del suo amico, il Ministro della Giustizia, Sig. Andrea Orlando, non ha mosso un dito, per evitare che avvenisse lo sconcio. Quale sinistra dissonanza, rispetto all’efficiente decisionismo con cui, nel dicembre del 2015, si è attribuito 90 mila euro annui di indennità di carica, con un atto da lui definito “di responsabilità”.

E’ così, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura, parte di una storia che tocca profondamente, nel bene e nel male, la professione forense, termina i suoi venti anni di servizio nella vergogna e nel caos. Mobili in saldo, incluse lampade usate di poco prezzo, divani macchiati, seggiole lise. Non c’è soltanto questo però, a rendere grottesca, dolorosa, incresciosa la vicenda. Nella liquidazione dell’Organismo, che pure Mirella sta portando avanti, con indubbie difficoltà, la legalità, tanto per non cambiare, è la grande assente.

Da troppi anni la vita delle istituzioni forensi italiane è scandita da atti, procedure, azioni e decisioni illegittime, irrituali, autoritarie, o comunque prive di copertura normativa. Questa penosa vicenda aggiunge disdoro a disdoro, vergogna a vergogna e spiega, più di mille altre elucubrazioni, il perché la nostra categoria venga totalmente ignorata dalla politica e dalla società italiana: la verità è che ci conoscono e ci riconoscono, purtroppo per noi.

Ce ne sarebbe già abbastanza da far gridare allo scandalo, da far urlare ai “decorosi” Presidenti dei Consigli dell’Ordine italiani che lo stanziamento necessario ad acquistare il mobilio di OUA si sarebbe dovuto adottare per tempo, impedendo lo scenario desolante a cui ieri abbiamo dovuto assistere. Sarebbe servito il senso dell’onore, ma l’onore, esattamente come il coraggio, chi non lo possiede non se lo può dare.

Vicenda conclusa quindi? Ma nemmeno per sogno. Il peggio deve ancora venire. Pagamenti insoluti, crediti non riscossi, debiti verso lo Stato, procedure in arrivo, liti, rendiconti mancanti, ipotesi di peculato, ruberie, opacità, ammanchi, accuse incrociate, stracci che volano. Questo e molto altro è la “decorosa” avvocatura, quella che accusa Nuova Avvocatura Democratica di ledere al prestigio delle istituzioni forensi italiane.

Come finirà? E chi può dirlo. Tutto ciò che sappiamo è che la giostra continua a girare, l’orchestra suona, metre la nave affonda e con essa i passeggeri, ma non tutti, quasi solo quelli con il biglietto di terza classe.

 

 

Di seguito il comunicato dell’Avv. Mirella Casiello del 21 marzo 2017 

MOBILI SEDE O.U.A.

Cari Colleghi,

tra pochi giorni dovrò lasciare definitivamente la storica sede dell’Organismo unitario dell’Avvocatura italiana.

Nelle scorse settimane ho inviato agli Ordini il rendiconto 2016 e la foto dei mobili dell’OUA, che devo vendere quanto prima per poter pagare le pendenze; spero, inoltre, di finire di rimborsare quanto prima i delegati che hanno anticipato personalmente le spese di viaggio per rappresentare i propri Distretti e l’ Avvocatura. Nessun Consiglio ha inteso acquistare alcunchè; l’OCF non ha fondi (nemmeno per prenderli in deposito) e il tempo del rilascio dell’immobile stringe.

Pubblico, quindi, qui sul sito e sulla pagina Facebook dell’OUA le foto dei mobili e il loro prezzo; vi invito a farmi sapere se siete interessati ed a mandarmi una email all’indirizzo segreteria@oua.it . Accoglierò le richieste in ordine di tempo di arrivo. Vi comunicherò in via riservata l’IBAN dell’OUA al quale fare il bonifico; ricordate che entro il 31 marzo p.v. il mobile acquistato dovrà essere prelevato (a cura e spese dell’acquirente) dalla sede dell’OUA in Roma alla via Belli 27.

Un affettuoso saluto a tutti, so che molti di Voi comprenderanno il mio stato d’animo in questi giorni.

Mirella Casiello

 

 

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