LO STRANO CASO DEL PRIMO GECHILL E DELLA SIGRA HAID.

9 Dicembre, 2016 | Autore : |

Un caotico magma, irrilevante per alcuni, ma importante per altri. Importanze mutevoli, a seconda degli interessi e delle necessità. La vicenda congressuale dell’avvocatura italiana si mostra in tutta la sua inutilità e getta una luce accecante sulla vera natura del Congresso Nazionale Forense: il nulla, in linea con quanto è sempre stato.

“Achab, di cui i cani leccarono il sangue.” E’ una citazione, ma date le circostanze, potrebbe, o forse dovrebbe, essere un monito. Ci ritorneremo in futuro e tutto vi sarà più chiaro. Torniamo dunque allo strano caso: c’è il Dotto Gechill e c’è la signora Haid: pur apparendo divisi, essi sono in realtà intimamente uniti. La domanda allora sorge spontanea: perché OCF, ovvero Organismo Congressuale Feudale, non si è riunito dopo le impugnative seguite alle elezioni del 4 novembre, tenutesi a Napoli, mentre ora, ad elezioni ancora da farsi, in data 12 dicembre, abbiamo già la data di convocazione del Gran Consiglio, per il 19? Come mai il Presidente Nazionale della Istituzionalizzazione S.p.A. non sente più il desiderio di avere un OCF “completo”, ma tace di fronte all’evidente volontà di arrivare a Natale con gli accordi già fatti ed il Pandoro in bocca? Cosa ha determinato questo cambiamento repentino di linea?

Domande a cui ovviamente non è consentito avere risposte. Troppe volte abbiamo denunciato che il distacco, la distanza, il disinteresse della categoria dalle vicende delle proprie istituzioni genera un clima ideale per l’omertà e l’arbitrio. Le vicende giudiziarie, che pure continuano ad abbattersi sul regime, vengono vissute dagli avvocati italiani come se si trattassero di echi lontani. Intanto, tra i pochissimi avvocati napoletani che si battono, c’è rabbia, senso di solitudine e distanza, disgusto, a volte rassegnazione. Già si pensa ai ricorsi giudiziari avverso le pirotecniche (e illegittime) decisioni dell’Ufficio di Presidenza Fantasma, quello resuscitato dal Sor Mascherin, al solo scopo di avallare i buchi normativi, che andrebbero meglio definiti come squarci, che lo statuto elaborato dalle menti mostruose che hanno vinto a Rimini, sono state capaci di partorire.

A Napoli del resto regna il caos. Sentenze che stabiliscono che il Consiglio dell’Ordine ha agito illegalmente, escludendo colleghi che avevano diritto a subentrare, restano ancora inattuate. Si nega l’evidenza, si cercano strategie dilatorie, si prova a salvare la poltrona, confidando nel silenzio e nella devozione dei sudditi fedeli. I convegni si susseguono, con una straordinaria attività di “alcuni” Consiglieri in carica. Una campagna elettorale perenne, fatta di scambi, prebende, intrecci che nulla hanno di inclusivo, se non per chi fa parte della “famiglia”. Non si fanno convegni però, nel Foro di Napoli, per discutere di OCF o della prorogatio illimitata del Consiglio, o delle sentenze che impongono l’integrazione del Consiglio stesso. Nessun convegno è stato indetto, salvo quello promosso da Nuova Avvocatura Democratica, per porre al centro del dibattito il tradimento dei documenti partoriti dalla delegazione distrettuale napoletana, usati per blandire i delegati, e smentiti dalla linea “pro OCF” portata avanti dalle istituzioni del Distretto in quel di Rimini. Illegalità, silenzio, tentativi affannosi di restare in sella. Un’orchestra che suona, imperterrita e impassibile, mentre il Titanic affonda.

Lo strano caso del Primo Gechill e di Mrs Haid è un Giano bifronte che guarda con amara ironia ad una categoria affranta e sofferente. Le regole che il Sor Mascherin ha dichiarato di voler adottare, a seguito dei reclami che gli avvocati napoletani hanno proposto dopo le elezioni del 4 novembre 2016, vengono accantonate in silenzio per le elezioni del 12 dicembre 2016. Le nuove elezioni vengono indette in violazione delle norme statutarie, le candidature vengono ristrette, ad uso e consumo dei padroni, che vogliono sbrigare la formalità senza che nomi nuovi e potenzialmente scomodi mettano a rischio i patti tra istituzioni e associazioni vendute ai loro padroni.

Il tutto avviene, come nella migliore tradizione della “cupola”, in silenzio. Nemmeno un trafiletto sul “Dubbio”, il giornale del Sor Mascherin e del Sor Sansonetti, che tra stipendi faraonici, banchetti, incontri istituzionali e abusi di potere, continuano a vivere la loro festa. Il tutto, ovviamente, a spese della terza classe, che sente sempre più vicine al collo le gelide acque dell’Atlantico.

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