IL COA DI ROMA SCAMBIA I CREDITI CON IL CONSENSO

13 Maggio, 2017 | Autore : |

 

 

Com’è noto l’obbligatorietà della formazione professionale continua e la disciplina dei crediti formativi trovano fondamento normativo nell’art. 11 della L. 247/2012 e regolamentare nel Regolamento 16 luglio 2014 n. 6 del Consiglio Nazionale Forense.
Fino al 2012 si dissertava in merito alla esistenza di una fonte normativa che avesse sancito un obbligo formativo, ma con la legge di riforma professionale 247/2012 i dubbi sono stati spazzati via.
Criticità e perplessità sono tuttavia rimaste ed, anzi, oggi ci troviamo in presenza di un vero e proprio “abuso” dell’obbligatorietà della formazione professionale.
La ratio originale, che era quella di migliorare la preparazione professionale degli avvocati, è stata completamente snaturata : oggi nel Foro Romano – che è quello che vivo quotidianamente – i crediti formativi sono un vero e proprio strumento di politica forense.
L’obbligatorietà della formazione professionale continua, infatti,
si traduce nella necessaria partecipazione a convegni e seminari (possibilmente gratuiti), al fine di raccattare i crediti necessari per adempiere all’obbligo formativo.

 

 

Se i crediti non fossero necessari, le platee sarebbero desolatamente deserte.
L’obbligo formativo, quindi, viene utilizzato dalle associazioni e dai movimenti forensi e dagli stessi attuali membri (non tutti, ad onor del vero) del Consiglio dell’Ordine romano come un formidabile strumento di consenso.
In pratica è grazie alla elargizione dei crediti formativi che i consiglieri dell’Ordine (in carica o ex o aspiranti tali) e le associazioni forensi si garantiscono un uditorio vastissimo, potendo “pescare” tra gli oltre 24.000 avvocati romani che devono adempiere all’obbligo formativo.
Spesso i convegni si rivelano una sorta di spot elettorale per le ambizioni di chi li organizza, dove la platea è costretta ad ascoltare autoincensamenti del relatore di turno o, peggio, feroci critiche verso l’una o l’altra associazione o rivolte a singoli oppositori.

 


Ovviamente non accade sempre, ma comunque troppo spesso la situazione è quella sopradescritta.
Tralascio in questa sede il mercato dei corsi a pagamento, delle videoconferenze e delle piattaforme di e-learning.
L’utilizzo strumentale dei crediti formativi per fare politica forense si rivela anche nella discrezionalità degli accrediti degli eventi formativi.
Nel Foro Romano è nota la critica che da più parti viene rivolta ai consiglieri di maggioranza del Consiglio dell’Ordine, accusati di fare in modo di ritardare o rifiutare l’accredito dell’evento formativo organizzati dai loro antagonisti o di paventare l’invio di “ispettori” per la verifica della reale presenza degli avvocati iscritti ai vari convegni.

 


La misura si è colmata con la Delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma del 04/05/2017 con cui, a maggioranza, si è deciso di attribuzione di n. 3 crediti formativi deontologici per i partecipanti alla manifestazione “NoiProfessionisti” che si terrà in Piazza S. Giovanni il 13 maggio 2017.

 


I crediti deontologici sono merce rara, è risaputo.
I consiglieri di maggioranza del Consiglio dell’Ordine più grande d’Italia, che già avevano generosamente dispensato crediti formativi ordinari ai colleghi che hanno presenziato a rappresentazioni teatrali o al cinema, hanno deciso di superare se stessi, “regalando” crediti di deontologia agli avvocati che parteciperanno alla manifestazione.
Questo perché, a detta del Consiglio, ben si può << inquadrare in quest’ottica la partecipazione e l’ascolto delle relazioni quale attività di aggiornamento professionale in materia di deontologia e di ordinamento forense rispetto ai temi che saranno trattati su compensi professionali, dignità e decoro della Professione, rapporti tra Professione (in particolare, forense), concorrenza e mercato>>.
Tutto ciò mi sembra paradossale.
A prescindere dalla difficoltà oggettiva per la verifica delle presenze al corteo, della effettiva permanenza alla manifestazione e dell’ascolto degli interventi dal palco da parte degli avvocati romani aderenti all’iniziativa, trovo davvero difficile qualificare come evento formativo deontologico una passeggiata in una zona centrale di Roma (si prevede bel tempo) e una serie di interventi da un palco su temi generici e svolti perlopiù da professionisti che non sono avvocati.
I crediti formativi di natura deontologica vengono perciò usati come esca per cercare di favorire la partecipazione degli avvocati romani alla manifestazione.
E non voglio arrivare a pensare che il tutto si ridurrà ad una occasione di autocelebrazione del Presidente Vaglio e della sua maggioranza.
Ma a pensare male, si sa …
Ad maiora

 

 

Avv. Armando Placidi – Nuova Avvocatura Democratica 

 

 

 

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