PEZZA D’APPOGGIO N. 4 – ART. 517 C.P.(VENDITA O MESSA IN CIRCOLAZIONE DI PRODOTTI CON SEGNI CONTRAFFATTI) – ASSOLUZIONE

1 Novembre, 2016 | Autore : | Tags: ,  ,  ,  ,  

TRIBUNALE DI NAPOLI – SEZIONE III PENALE – G.O.T. D.SSA S. LOTTI – GENNAIO 2015

“made in Italy”, art. 517c.p., insussistenza, assoluzione.

 

Con l’odierna pezza d’appoggio,

tratteremo il caso di un produttore di cinture,

con apposizione del marchio “made in italy”, prodotte con parti italiane,

assemblate all’estero e rinviate in italia per poi immetterle sul mercato.

In particolare, l’imputato, imprenditore, veniva condannato con decreto penale di condanna,

ritualmente, opposto, perchè ad interpretazione della Polizia giudiziaria,

condivisa dalla Pubblica Accusa che emetteva decreto penale di condanna,

poneva in vendita nel mercato italiano gli indicati prodotti,

con mendacio consistente nell’indicazione infedele del luogo di produzione,

in danno del consumatore finale.

A seguito del dibattimento processuale, in particolare dopo aver escusso la P.G. procedente,

i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, e dell’imputato,

la contestazione accusatoria evaporava, perdendo di sussistenza,

confrontando i reperti sequestrati con il dato normativo vigente.

Con la motivazione, peraltro contestuale alla udienza finale di discussione,

il giudice statuiva che, per il  caso di specie, l’indicazione “made in italy”, sulle cinture,

sebbene sequestrate dall’Autorità di Polizia Doganale, al rientro in italia dopo l’assemblaggio,

non configura il reato p. e p. ex art. 517 c.p.  in relazione al dato normativo del testo di legge n. 55/2010,

perchè era chiara la provenienza italiana dei prodotti “iniziali”, per quanto assemblati all’estero.

 

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