LETTERA AL PRESIDENTE

16 Gennaio, 2017 | Autore : |

Ad un anno di distanza, ripropongo questo documento, che ho inviato al presidente pro tempore della Cassa Forense nel gennaio del 2016.

 

Lettera al presidente.

BuonGiorno, Collega.
Le chiedo la cortesia di pochi minuti della Sua attenzione.
Voglio dirLe che nessuno, più di noi Avvocati, sa quanto “pesano” le parole.
Un Avvocato questo impara, nel corso dell’esercizio della Professione, prima di qualsiasi altra cosa.

Ebbene queste sono Sue testuali parole:
“Chi è iscritto all’Albo da più di otto anni e dichiara un reddito di meno di 10 mila euro l’anno, dovrà chiedersi se davvero vale la pena continuare a svolgere questa professione. In quel caso dire che la previdenza è il vero problema, mi sembra non coerente con la realtà”.

In un bar. Con i suoi amici. Lei potrebbe, magari anche sorridendo, dire queste parole.
Non pubblicamente.
Non a decine di migliaia di Avvocati le cui condizioni Lei o non conosce, o fa finta di non conoscere.
Tra questi ci sono anche io, ed i miei Colleghi di Studio.
Giovani. Audaci. Appassionati. Studiosi. Avvocati.
Siamo a Bari sa, laddove la crisi non è una costruzione giornalistica, e miete vittime ogni giorno. Imprese, lavoratori, famiglie, anziani, giovani, qualsivoglia categoria è colpita dalla carenza di lavoro e di liquidità.
E questi sono i nostri Clienti, cui dobbiamo concedere dilazioni nei pagamenti, che siamo ormai costretti a mantenere ben al di sotto dei minimissimi tariffari.
E sa perché lo facciamo?
Perchè un Avvocato è un Altruista, prima di qualsiasi altra cosa.
Avvocato è chi dedica la propria vita alla risoluzione dei problemi altrui, trascurando completamente i propri, e la sua vita privata.
Avvocato è chi pone il Cliente prima di se stesso, e spesso riceve in cambio solo un Grazie.
E talvolta nemmeno quello.
L’Avvocato non ha bisogno di fare beneficenza.
Perchè la fa ogni santo giorno.
Ed è il parafulmine di tutti i malesseri della Giustizia.
Dei rinvii al 16 Aprile 2019.
Dei costi FOLLI di una Giustizia dedicata, ormai, solo ai ricchi.
Degli adempimenti FOLLI.
Dei termini perentori.
E non ci interessa se il periodo feriale viene accorciato poichè noi non sappiamo il significato della parola ferie. Il Cliente va in vacanza mentre noi pensiamo ai suoi problemi. Sempre!
Quelle Sue parole fanno male, proprio perchè, come Lei stesso giustamente sostiene, la previdenza non è l’unico, vero problema di noi Avvocati.
Quando una fascia imponente di una intera categoria ha serie problematiche economiche, al punto da essere compromessa la dignità della vita e l’esercizio stesso della Professione, le cause non possono che essere diverse.
Lei ne rappresenta solo una, e non la tedio dunque su altre questioni, oltre i cenni sopra detti. Non le parlo di fiscalità o altro.
Parliamo di previdenza.
Lei si ostina a non ammettere l’evidenza.
Ai giovani, già sommersi da mille problematiche, viene chiesto di sanare la errata gestione passata previdenziale, che ha “sponsorizzato” l’evasione e la percezione di pensioni da capogiro.
Ai giovani (ed ai meno giovani) viene concessa l’alternativa della cancellazione dall’albo.
Senza minimamente pensare al fatto che per moltissimi, il titolo di Avvocato, costituisce l’unico patrimonio. L’unica meta raggiunta nella vita. Con difficoltà tra le più disparate, che evito di rappresentarle, sperando di trovare in Lei almeno su questo un interlocutore consapevole.
Con quale coraggio, Le chiedo, avete anche soltanto pensato, di richiedere la cancellazione dall’Albo per chi non è in grado di adempiere al pagamento dei contributi previdenziali??
Mi dica con quale coraggio!
Mi dica se è una cosa che Le fa o meno provare un minimo di VERGOGNA, ogni tanto!
Io ricevo giornalmente telefonate di Colleghi disperati.
Che oltre al difficilissimo lavoro quotidiano ora si ritrovano a dover capire in quale modo tutelare se stessi da un attacco ignobile.
Perpetrato da chi dovrebbe tutelare la nostra categoria.
Siamo stati traditi, e lo siamo ormai costantemente, proprio da chi dovrebbe aiutarci.
Tenderci la mano.
Essere solidale a chi è in difficoltà. A chi vorrebbe pagare un peso fiscale e previdenziale che rasenta IL 70% DEL FATTURATO!!
A chi per fare questo deve inchinarsi in una banca per ottenere prestiti ad interessi quasi da usura, o umiliarsi dinanzi a parenti e amici.
Ci ritroviamo ormai ad essere discriminati in base al reddito prodotto.
Secondo Lei è da questo, che deriva l’idoneità o meno all’esercizio della Professione, o se si deve “cambiare lavoro”.
Beh guardi, Collega, che sono anni che si svolge la -libera- Professione dell’Avvocato solo per vocazione.
Non so in quale mondo Lei viva, ma sono anni in cui non passa giorno in cui molti di noi pensano di aver sbagliato tutto nella Loro Vita, dal percorso di studi a tutto quanto ne è seguito.
Sono anni in cui non sappiamo cosa dire, agli studenti di Giurisprudenza che ci chiedono speranzosi quale futuro li attende.
In quegli studenti, in quegli occhi intrisi di Fiducia e Speranza ci ritroviamo.
Mi ci ritrovo io, quando ero uno Studente in Legge.
La più bella delle facoltà. Che mi avrebbe aperto le porte alla più difficile delle Professioni.
Volevo Fare l’Avvocato perchè pensavo che nulla era Nobile, ed elevava l’animo umano, più del Difendere, nel mentre ad accusare, e a puntare il dito, in fondo basta poco.
Una categoria che dovrebbe essere tra le più protette, rispetto alla funzione sociale che ricopre, diviene tra le più bistrattate.
Negli ultimi 10 anni abbiamo subito di tutto, e quella della previdenza è solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare l’ultimo vaso.

Ecco. questo voglio dirLe.
Tirare la corda sino a condurre l’uomo, prima che il professionista, alla disperazione.
Questo è l’unico errore che non dovevate compiere.
Cosa crede, che continueremo a lasciarci schiavizzare in questo modo?
Beh Le dico che non abbiamo più nulla da perdere. Ci avete tolto tutto. E qualcosa, di quel tutto, ce lo ha tolto Lei. Anche con quelle parole.
La Dignità però c’è ancora.
E’ per la Dignità che Io sarò a Roma, presto. E credo che saremo in tanti.
E spero che ci sarà anche Lei, e che sarà disposto ad ascoltarci.
E spero che ci vorrà chiedere scusa.
Comprenda Lei i motivi.
Ma ci chieda Scusa, e lo faccia col Cuore.
Grazie per l’attenzione.

F.to
Un Avvocato del Foro di Bari.
Moroso nel pagamento della Sua Previdenza.
A cui la Cassa Forense NON ha concesso la rateazione del debito che VOLEVA, COME VOGLIO, PAGARE!
Che vuole una Previdenza EQUA!
Che vuole pagare per i propri, di errori, e non per gli errori altrui!
Un Avvocato a cui le Sue parole.
Hanno fatto male.

Leopoldo Di Nanna

Buon proseguimento di giornata, presidente.
Volutamente con la iniziale in minuscolo.

 

gennaio 2016

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