LA CASSA E’ RICCA: L’AVVOCATURA E’ POVERA.

12 Marzo, 2018 | Autore : |
 
Questo paradosso è stato sempre al centro delle denunce di NAD. Tempo fa un articolo di giornale, o meglio, dovrei dire una “velina” di giornale, analizzava l’anno della Cassa Forense, parlando di incrementi di patrimonio, ricchi premi e cotillon. Se però guardiamo ai numeri dell’avvocatura di questi anni, notiamo che i redditi sono calati costantemente e che, anche nell’ultimo periodo, tolti i grandi studi di avvocatura d’affari, i redditi degli avvocati di base, con studi monopersonali, calano o ristagnano.
 
Questo paradosso non può essere risolto con l’assistenzialismo proposto da Nunzio Luciano. Le ricette proposte dal Comitato dei delegati in questi anni hanno dimostrato di non essere in grado di risollevare i redditi di quella parte di avvocatura più sofferente. La nostra contrarietà alla Cassa Forense ed alla sua politica clientelare ed assistenziale non è ideologica, ma pratica. Noi di NAD riteniamo che occorra investire in DECONTRIBUZIONE ed aumento del montante pensionistico, destinando i fondi che abbiamo all’aumento delle pensioni future dei soggetti più deboli.
Allo stesso tempo non riteniamo che le briciole, i bandi assistenziali, possano costituire un elemento in grado di aumentare i redditi dell’avvocatura. Le ricette sono altre, più aggressive e sistemiche, riguardano l’espansione verso nuovi settori operativi, una seria analisi della compatibilità del numero di nuovi ingressi con le possibilità di contenimento del mercato delle prestazioni legali, un’opera di sostegno fiscale che sollevi i più deboli da oneri oggi insostenibili. 
La Cassa Forense in questi anni ha provato a fare politica, ma non è riuscita ad incidere sulla qualità della vita e del lavoro di decine di migliaia di avvocati, trascinandosi dietro un gap a livello di inclusione democratica e trasparenza che ha reso ancora più inaccettabili le scelte maturate da un comitato dei delegati vecchio, chiuso al confronto reale con opinioni diverse, restio ad ascoltare le decine di migliaia di voci che hanno provato ad esprimersi in questi mesi con tutti i mezzi a disposizione di una opposizione presente solo “fuori” dalle istituzioni forensi.
Certo, oramai disperiamo di poter avere un dialogo con questo Comitato e con questa Presidenza. I fatti dicono che nessuna rivendicazione dell’avvocatura di base, nemmeno quella relativa all’estensione dell’elettorato passivo a tutti gli avvocati italiani, abbia trovato un minimo riscontro. La Cassa Forense in questi anni ha viaggiato lungo un binario fatto di totale ed unanime consenso rispetto alle politiche volute dal suo Presidente.
Gli avvocati hanno il dovere di valutare l’efficacia di queste politiche, l’impatto che hanno avuto sulle loro vite. La Cassa è sempre più ricca: gli avvocati sono sempre più poveri. Questo paradosso non può restare confinato nel mondo della logica, ma deve trovare un superamento in una diversa politica da parte del nostro ente previdenziale.
NAD cercherà di fare in modo che questo avvenga.
Avv. Salvatore Lucignano

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