INTERVENTO AVV. MONTEFORTE – COMITATO CASSA DEL 21 – 07 – 2017

4 Agosto, 2017 | Autore : |

Caro Presidente, cari Colleghi, il Comitato dei Delegati non è solo un luogo dove si decide, è – almeno a mio avviso – soprattutto un luogo che serve a rappresentare.
Il tema di oggi ovvero la eliminazione o la sospensione del contributo integrativo sarà pure nell’agenda di Cassa Forense da un po’ di tempo, ma possiamo sicuramente dire che l’attenzione è cresciuta – e di molto – (si vedano quanti dei comitati degli ultimi mesi hanno avuto questo punto all’ordine del giorno) da quando una delle associazioni maggiormente rappresentative, in particolare, ha posto il problema al tavolo con Cassa Forense.
Anche io ho ritenuto non corretto farci dettare l’agenda politica dalle Associazioni, rivendicando la preminenza del Comitato dei Delegati, ma ciò non deve significare essere sordi alle richieste provenienti dai Colleghi.
Quindi doverosa è una domanda che attiene al ruolo del delegato distrettuale. Cosa chiedono i Colleghi che lo hanno delegato e nello specifico cosa chiedono i Colleghi del distretto di Napoli?
Stando alla delibera assunta all’ultima assemblea degli iscritti tenutasi a Napoli, stando alla delibera del Coa di Napoli, la risposta è semplice: chiedono contributi minimi proporzionali al reddito.
In particolare, con riferimento alla delibera del Coa di Napoli ed al conferimento dell’incarico ad un attuario, non c’è in essa alcuna volontà di controllare Cassa Forense, penso invece che la volontà sia quella di verificare la possibilità di costruzione di un migliore sistema, non un controllo quindi bensì un contributo fattivo del Coa.
Allora mi chiedo “sarebbe in linea, col mio ruolo di delegato, con quanto deliberato dall’assemblea napoletana e con quanto deliberato dal Coa di Napoli, un mio “mero” parere favorevole alla eliminazione o sospensione del contributo integrativo?”
Non dimentico che qualche Comitato dei Delegati fa già espressi il mio voto a favore della eliminazione del contributo integrativo, non come misura una tantum però, ma come misura da inserire in una discussione organica sull’intero sistema. Ora sono ancor più convinto della giustezza di quella decisione e soprattutto della precisazione successiva, per cui esprimo parere favorevole alla eliminazione dell’integrativo avendo però ampie aperture, rassicurazioni su una precisa risposta alle istanze proposte dai Colleghi sui minimi proporzionali al reddito ed anche su una precisa calendarizzazione di una ridiscussione dell’attuale sistema previdenziale che ha evidenziato forti criticità sia per i colleghi meno fortunati professionalmente (con riferimento ai minimi), sia per i colleghi più fortunati professionalmente (con riferimento all’adeguatezza delle prestazioni).
Cosa chiedono i primi, ovvero i Colleghi meno fortunati professionalmente? Dei minimi agganciati al reddito. Allora perché non dare incarico alla Commissione Previdenza e semmai anche congiuntamente alla Commissione Bilancio di fare uno studio su se e come realizzare questa proposta?
Alcuni mi hanno chiesto, ma tu cosa ne pensi della proposta venuta fuori dalle assemblee e dalle delibere dei Coa di Napoli? La mia risposta è semplice. Non rileva, in questo momento, se io ritenga o meno valida la proposta, rileva invece il fatto che da delegato, nel luogo in cui soprattutto rappresento, devo farmi portavoce delle volontà espressa dai Colleghi che mi hanno delegato.
Ciò non significa rifuggire dalle responsabilità politiche, vuol dire semplicemente – almeno secondo il mio pensiero – svolgere con responsabilità ed attenzione il ruolo che mi è stato affidato.
Quindi mi adopererò innanzitutto affinchè l’organo a ciò deputato, il Comitato dei Delegati, discuta questi argomenti. Poi in sede di discussione, che mi auguro quanto più laica e libera possibile, in sede di confronto ognuno manifesterà – come è giusto che sia – la propria opinione.
Pertanto, la misura della eliminazione o sospensione del contributo minimo integrativo non coglierebbe nel segno, risultando a mio giudizio – da sola – insufficiente nei confronti dei Colleghi meno fortunati professionalmente che hanno chiesto un chiaro cambio di rotta sui minimi, ma altresì nei confronti dei Colleghi più fortunati professionalmente (non coinvolti da questa misura) che chiedono anch’essi un cambio di rotta in merito alla adeguatezza delle prestazioni previdenziali.

 

Avv. Eugenio Pappa Monteforte – Delegato alla Cassa Forense per il Distretto di Napoli 

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