IL 21 APRILE SIA LA PRESA DI COSCIENZA DELLA NOSTRA INDIPENDENZA

5 Aprile, 2017 | Autore : |

Molti avvocati italiani sanno che il 21 aprile a Roma, presso la sede della Cassa Forense, ci sarà un incontro ed una manifestazione. In queste settimane la nostra associazione si è molto spesa perché l’evento sia partecipato. Da Napoli, luogo in cui siamo più radicati e numerosi, ci muoveremo, in treno ed in autobus, dapprima il 20, per andare a vegliare, con la nostra iniziativa GOOD MORNING VIETNAD, poi aspetteremo i soci ed i colleghi, provenienti da varie parti d’Italia, per discutere, confrontarci, manifestare il nostro dissenso rispetto all’atteggiamento della Cassa Forense, ad un sistema pensionistico vessatorio, iniquo ed insoddisfacente, ma soprattutto, ci confronteremo, per dare nuove risposte, teoriche e logistiche, al bisogno di una diversa previdenza, che ormai è pressante per l’avvocatura e per tutti i cittadini.

 

 

L’elemento caratterizzante della nostra manifestazione sarà sicuramente la volontà di riunire, per la prima volta in Italia, centinaia di colleghi liberi. Sarà la prima volta che nel nostro paese una manifestazione nazionale porterà a Roma centinaia di avvocati a protestare contro una propria istituzione. E’ un dato importante, storico, che non era mai accaduto prima e che deve sicuramente far riflettere.

In Italia è ormai in corso da anni una guerra incivile, all’interno dell’avvocatura. Da una parte le istituzioni forensi ed una parte della categoria che si rifugia in valori arcaici, per tentare di conservare privilegi professionali ed economici, sfruttando e vessando tutti gli altri. Dall’altra parte… noi, “gli altri”, quelli che si vedono imporre norme insensate, continui oneri, che vedono una inaccettabile distanza tra i privilegi dei dirigenti istituzionali e i sacrifici della gran parte dei colleghi, spesso ridotti a situazioni di indigenza e di estremo disagio.

Non c’è dubbio alcuno quindi: la manifestazione del 21 aprile è già un successo enorme dell’avvocatura libera e di base. Il solo averla indetta, il solo “esserci”, segnerà la storia della nostra professione ed aprirà la strada a sviluppi, al momento non prevedibili, che potrebbero cambiare le sorti della professione forense italiana.

Qui entra in ballo l’aspetto più importante del progetto, quello che deve provare a volare alto. Il nostro sarà un incontro in cui finalmente ci stringeremo e potremo vederci di persona, superando una conoscenza che per moltissimi è fatta solo di contatti telematici. Occorre sfruttare l’occasione per unirci, per cementare un’azione che da Roma deve trarre l’idea della nostra forza possibile, senza però perdere di vista il grande cammino che resta da fare per vincere le nostre battaglie.

I movimenti di lotta contro l’iniquità della Cassa Forense sono ancora localizzati, in larga parte, al sud dell’Italia. Al centro ed al nord del paese la categoria fa fatica a comprendere che l’iniquità previdenziale non riguarda solo i soggetti più deboli, ma la professione intera, perché alimenta carrierismo e clientele che finiscono con l’incidere in maniera negativa sullo sviluppo possibile dell’avvocatura futura.

Per far fruttare l’energia che oggi si concentra prevalentemente in alcuni Fori del Sud Italia, occorre incanalarla. Per questo la manifestazione del 21 aprile non sarà di protesta, ma di lotta e non si limiterà certo a denunciare le storture, le prebende e le vessazioni della Cassa Forense, ma si preoccuperà di unire le centinaia di colleghi presenti, rendendoli in grado di mobilitarne a loro volta, per nuovi appuntamenti di un percorso politico comune.

Qualcuno tra noi ha scritto che andiamo a Roma per i nostri figli. E’ sicuramente vero, ma è anche vero che il 21 aprile dovrà segnare, per gli avvocati liberi e combattenti, un momento di nascita di un impegno maggiore e diverso, che porti le nostre battaglie anche dove non sono ancora percepite. Dobbiamo farlo con tutta la maturità di cui è capace la nostra generosità, e senza che la gioia e la purezza degli ideali che difendiamo, ci facciano perdere di vista la strategia di cui abbisogniamo per vincere.

Affrontiamo nemici che sono decisi a mantenere intatti i propri privilegi e non rinunceranno facilmente al prelievo forzoso che li alimenta. Gli interessi che stanno dietro il cosiddetto “welfare attivo” sono forti e le pressioni perché ai giovani in difficoltà vengano erogati altri crediti, per far fronte ai loro debiti, già insostenibili, confermano che il business dell’indigenza legale è ormai diventato prioritario per la politica delle istituzioni forensi italiane.

Gli avvocati liberi e combattenti possono vincere, ma solo se dalla data del 21 aprile sapremo trarre la forza, l’organizzazione e la struttura necessaria a diventare soggetto nazionale, in grado di affrontare una campagna informativa capillare, che possa sbugiardare le menzogne del regime dell’istituzionalizzazione forense e convicere i colleghi ancora indecisi a scendere in campo e combattere.

Organizzare un tale soggetto non sarà un compito facile. Avremo bisogno di risorse di ogni tipo: umane, economiche, morali e politiche. La nostra gente è spesso provata, stanca, vessata e non potremo certo contare sugli strumenti di indottrinamento che le istituzioni forensi e le associazioni loro complici usano, per blandire ed anestetizzare le coscienze degli avvocati italiani.

Il 21 aprile, a Roma, decine e decine di avvocati liberi, dal Piemonte, dalla Liguria, dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Toscana, dalla Puglia e da ogni altra parte d’Italia, diranno con chiarezza, alle istituzioni forensi ed al paese che è nato un movimento combattente non più disposto a subire le angherie del potere istituzionalizzato.

Toccherà a noi non disperdere uno straordinario patrimonio di libertà e di determinazione e trasformarlo in una concreta possibilità di scrivere un diverso futuro. Abbiamo il dovere di provarci.

Non abbiamo alternative.

 

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