TREEUROVIRGOLAOTTANTASETTE

2 Luglio, 2020 | Autore : |

Il 1° luglio doveva essere il giorno della “ripartenza della giustizia” del ritorno alla normalità. Infatti, cosa c’è di più “normale” dell’ordine di servizio a firma della Dott.ssa Ruocco, dirigente amministrativo del Tribunale di Napoli, che specificava che: “ le richieste di conoscere le date di rinvio dovranno essere fatte per iscritto sulle stesse deve essere apposta una marcati 3,87 e se il dato non è ricavabile dal SICP, sarà comunicato via mail e l’avvocato sarà liberato (si precisa che non possono essere fatte richieste cumulative di rinvii relative a più fascicoli diversi)”. Nasce, finalmente. la figura dell’avvocato “liberato”.

Ma v’è di più.

Oltre all’evidente scarsa dimestichezza col codice di procedura penale vanno evidenziate, necessariamente, alcune considerazioni:

La prima cosa che va sottolineata è la tempestività con cui il solerte dirigente decide di comunicare al personale amministrativo e suggella la “validità” del suo provvedimento con il riferimento al decreto del Presidente del Tribunale appena emesso.

Ormai è chiaro a tutti che le disfunzioni della giustizia non sono conseguenza dell’emergenza sanitaria, ma il frutto di decenni di indifferenza verso i diritti dei Cittadini che vengono gestiti in nome di una pretesa efficenza che non si è mai tradotta in efficacia.

Gli avvocati hanno subito, non solo in questo periodo, una contrapposizione con il personale amministrativo, che ha raggiunto livelli inaccettabili.

Il ritorno in Tribunale, la ripresa delle attività giudiziarie non sono state accettate con entusiasmo da alcuni settori del personale amministrativo.

Così si spiega la ricerca del conflitto ad ogni costo espressa dall’ordine di servizio che ha fatto bella mostra di sé sulle porte delle varie cancellerie.

La reazione contro questo atteggiamento mentale non può limitarsi all’imposizione della revoca del singolo provvedimento, ma deve necessariamente estendersi all’intera architettura dei rapporti tra l’avvocatura e le altre componenti del sistema.

Il confronto volto all’ottenimento della revoca della circolare incriminata, lungi dal poter essere considerato un successo della categoria, avrebbe potuto costituire, finalmente, il momento di un definitivo chiarimento con il Presidente del Tribunale di Napoli, che ad oggi non sembra in grado di garantire quel clima di serenità che spesso lei stessa auspica ma al quale di fatto non contribuisce.

In questo, more solito, le istituzioni forensi stanno dimostrando la loro incapacità, strutturale e politica, di essere vera rappresentanza.

Avv. Luca Panico

segretario della sezione Napoli

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