OCF? VIENI AVANTI, CRETINO!

30 Dicembre, 2016 | Autore : |

I più divertenti sono quei camerieri del regime ordinistico i quali, con sprezzo del ridicolo, paragonabile solo alla propria inettitudine, ancora provano a pigolare e balbettare qualche flebile “diamogli fiducia”. In realtà il fallimento del Congresso Nazionale di Rimini è già certificato e non dalla sola opposizione al regime esistente oggi in Italia, ovvero Nuova Avvocatura Democratica, ma dagli stessi esponenti del regime, che candidamente ammettono che per rendere utile ed operativo uno strumento come OCF, pensato da idioti e illetterati e regolato con norme da analfabeti, serve immediatamente un Congresso straordinario. Lo dice Antonio Rosa, il pittoresco “coordinatore” dell’OCF, peraltro sub judice, visto che è stato eletto da un Organismo illegale, contenente cinque delegati, quelli del distretto di Napoli, che ad inizio anno vedranno la propria elezione annullata dalla sapiente decisione dell’Ufficio di Presidenza del defunto Congresso Nazionale di Rimini.

 

Eh si, ho parlato direttamente con il padrone dell’avvocatura italiana, il “professionista”, Andrea Mascherin, il quale si è finalmente convinto che fare l’avvocato voglia dire studiare le norme, e quindi il mio reclamo avverso le elezioni illegali tenute a Napoli il 12 dicembre 2016 verrà accolto; il Consiglio Nazionale Forense ammetterà in discussione le mozioni che riguardano i propri abusi e lo sperpero del nostro denaro (vedi giornalino privato di Andrea & Andrea e stipendio, sempre di Andrea & CNF Ltd.)

In attesa  che il friulano, Sundance Kid e Butch Cassidy decidano di redimersi, ciò che desta perplessità nelle parole di Antonio Rosa è che ancora non abbia capito… e francamente questo genera in me molte emozioni contrastanti. Mi chiedo infatti: “ma questi ci fanno o davvero sono così?”

 

Ciò che infatti sfugge al triveneto coordinatore è che il problema di un’avvocatura priva di un governo politico non è contingente e non riguarda l’avvio dell’attività di OCF, ma è strutturale, connaturato ad uno statuto approvato a Rimini che solo una banda di analfabeti, minorati mentali ed ignoranti come i Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati italiani potevano ideare. Il problema dell’assenza di un mandato politico da gestire si riproporrà infatti per qualsiasi provvedimento di legge riguardi l’avvocatura o la giustizia italiana. Lo schema infatti sarà sempre quello che Antonio Rosa ha già annunciato: di fronte a qualsiasi novità legislativa che il Parlamento italiano proponga, OCF dovrà tornare al Congresso, farsi dare un mandato, che sia estrinsecato da una mozione sul tema, e limitarsi ad eseguire tale mandato, dando applicazione al deliberato congressuale. Si immagini un avvocato di intelligenza media, o persino bassa, come i componenti dell’Agourrah degli Orridi o del Consiglio Nazionale Forense, come funzioni praticamente una simile stronzata.

 

Dunque… 921 delegati, provenienti da ogni parte d’Italia, che periodicamente (presumibilmente almeno un paio di volte all’anno, se l’attività governativa e parlamentare in materia di giustizia si mantiene sui bulimici livelli produttivi riscontrati in questi anni), si devono riunire per approvare mozioni da far eseguire ad un Organismo di 51 persone. Un organismo di ben 51 persone… che ha il solo compito di eseguire i deliberati di un mostro di 921 avvocati, i quali, completamente ignari, gli uni dell’esistenza degli altri, non sanno di far parte dello stesso Congresso, non si conoscono, non hanno alcuna possibilità di elaborare proposte e mozioni sulla base di un dibattito politico o culturale comune: un disastro, una cosa talmente demenziale che solo l’Agourrah degli Orridi poteva pensare e realizzare.

 

Ma c’è di più! Lo spettacolo continua, come direbbe qualcuno. Anche quando OCF si trovasse a dare attuazione ai deliberati congressuali, non sarebbe comunque il governo politico dell’avvocatura, non avrebbe alcuna facoltà di interlocuzione libera o di impegno, su posizioni politiche, per conto della categoria. Nessun mandato vincolante per gli avvocati e nemmeno la loro rappresentanza politica. OCF, per volontà dei cretini che l’hanno creato, non è il governo politico dell’avvocatura, ma l’esecutore dei deliberati del mastodontico Congresso Nazionale Forense, il quale non è il parlamento dell’avvocatura, perché la volontà politica della stessa, in modo contrastante con quanto voluto dal Congresso, è in realtà espressa dal Consiglio Nazionale Forense, vero padrone assoluto della professione, insieme al Consiglio di Amministrazione della Cassa Forense, che controlla e domina il comitato degli anziani delegati, asserviti al Consiglio e fedeli al capo, il mio grande amico Mullah Coniglio, anche detto “Chi?”

 

 

Una tragedia. Un’ecatombe, un tale coacervo di inettitudine, ignoranza e mala fede, da far vomitare un porco. Nuova Avvocatura Democratica aveva provato a salvare il Congresso. Avevamo ideato una mozione statutaria in grado di far fare all’avvocatura un salto in avanti di venti anni. Uno schema di governo politico della categoria fondato su un parlamento di 300 avvocati, con un governo snello e forte, composto da pochi avvocati, eletto dal Congresso. Per una sola firma non abbiamo potuto presentare quella proposta al voto del Congresso, anche se i padrini della sceneggiata, una volta approvata la bozza del vecchio Paparo, hanno chiuso i battenti e dichiarato conclusa l’assise.

 

OCF non è ancora nato, eppure è già morto. Vieni avanti… cretino!

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