NAD, NAPOLI E GLI AVVOCATI PROLETARI

8 Giugno, 2017 | Autore : |

 

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La marketta di Andrea Orlando, relativa all’equo compenso, con il ridicolo annuncio della “raccolta di firme”, ha avuto un solo aspetto che sapeva di confessione, ovvero l’ammissione che la giovane avvocatura italiana vive ormai una proletarizzazione ed una crisi reddituale devastante, con effetti sociali già drammatici, ma potenzialmente ancora più distruttivi.

Peccato che il damerino della firma farlocca lo abbia solo detto, all’inizio della sua campagna elettorale per le elezioni politiche, mentre NAD la battaglia per aiutare l’avvocatura in crisi la sostiene ogni giorno, con atti, proposte e politiche concrete, preoccupandosi non solo dei giovani, ma anche dei meno giovani, non diversamente colpiti dalle politiche di normalizzazione e sfoltimento degli avvocati italiani, molte delle quali sostenute e favorite dal Sig. Andrea Orlando.

 

Al XXXIII Congresso Nazionale Forense NAD ha presentato, UNICA associazione a farlo, una mozione che si prefigurava di offrire misure di sostegno non assistenziale e di ampliamento del reddito agli avvocati in difficoltà.

I padroni del Congresso ci dissero che il tema “non era pertinente”. Si, cari piccoli lettori, parlare di sostegno all’avvocatura in crisi e di ampliamento delle fonti di reddito degli avvocati era ritenuto “non pertinente al tema del Congresso”. La mozione fu distrutta, le proposte di NAD vennero TUTTE cancellate, gli si impedì di arrivare al voto della platea, perché al XXXIII Congresso Nazionale Forense, doveva essere votato esclusivamente ciò che volevano i padrini della cupola. Le proposte di NAD, che NAD ha fatto a Congresso, che NAD ha messo su carta, mentre molti altri blaterano, erano le seguenti:

 

  1. Prevedere il riconoscimento di una soglia reddituale minima al di sotto della quale ottenere la dichiarazione dello status di “professionista in difficoltà”. Tale condizione ed i relativi benefici di legge dovrebbero essere previsti per un numero massimo di tre anni, anche non consecutivi, scaduti i quali al professionista non sia più data possibilità di goderne i vantaggi;

 

  1. Collegare allo status di professionista in difficoltà specifici benefici di natura fiscale e previdenziale, consistenti in:

2.a. possibilità di evitare ogni tipo di adempimento fiscale e previdenziale per l’esercizio in cui si sia in difficoltà, salva la comunicazione al proprio ordine circondariale di trovarsi nella condizione di sofferenza prevista dalla legge;

2.b. avere accesso privilegiato ad incarichi professionali assegnati dagli organi giurisdizionali, attraverso la possibilità di farne richiesta, con adozione di specifiche corsie preferenziali che mettano a disposizione dei professionisti in crisi tali incarichi;

2.c. ottenere l’esenzione completa dell’obbligo di pagamento degli oneri previdenziali quando si abbia ottenuto il riconoscimento di professionista in difficoltà, con possibilità di riscatto dei contributi minimi previsti, concessa al professionista che riesca a superare la difficoltà;

 

  1. Inserimento dello status di professionista in difficoltà all’interno della legge professionale, e segnatamente dell’art. 21 comma 1, attraverso norme che impediscano al professionista riconosciuto in difficoltà e che non riesca per questo ad esercitare la propria professione in modo effettivo, continuativo, abituale e prevalente, di subire la cancellazione dall’albo professionale;

 

  1. Introdurre l’obbligo di allegazione della liberatoria degli avvocati che abbiano partecipato alla cosiddetta negoziazione assistita, come condizione necessaria affinché i cittadini che ne abbiano usufruito possano vantare l’esecutività del titolo ottenuto e farlo valere quale titolo legale;

 

  1. Prevedere la reintroduzione nell’ordinamento del patto di quota lite e favorire la libera contrattazione degli onorari tra avvocati e clienti, salvo l’applicazione di parametri ministeriali di riferimento solo in assenza di accordo scritto tra le parti, nel qual caso, in presenza della prova di assunzione del mandato da parte del professionista, con riferimento al valore dichiarato in modo concorde dalle parti, munire la fattura emessa dall’avvocato al minimo tabellare del valore di titolo esecutivo;

 

  1. Rivedere le norme in materia di accesso alla giurisdizione, prevedendo che, laddove sia prevista la conciliazione obbligatoria, a pena di improcedibilità del giudizio, tale istituto sia sostituito dalla negoziazione assistita dagli avvocati, adottando specifici parametri perché tale attività del professionista venga adeguatamente retribuita;

 

  1. Prevedere che la negoziazione assistita dagli avvocati sia totalmente priva di costi per i cittadini che vi fanno accesso, salvo quelli previsti per la remunerazione degli avvocati che vi prestano assistenza e prevedere un regime fiscale agevolato per i compensi percepiti dall’avvocato a seguito dell’esercizio della negoziazione assistita, rispetto a quelli derivanti dall’opera di assistenza in giudizio;

 

  1. Consentire l’accesso all’avvocatura ad un sempre più alto numero di funzioni oggi appannaggio di altre categorie professionali. Abilitare l’avvocatura all’asseverazione e registrazione, mediante la propria attività, di tutti gli accordi e i contratti tra i cittadini a cui si sia prestata assistenza.

 

 

Proposte concrete, fatte per sostenere ed aiutare i colleghi più deboli, quei “proletari” di cui il Sig. Orlando si riempie la bocca, lui che ha contribuito ad affamarli in questi anni. NAD è questo: credibilità e concretezza della lotta, proposte di detassazione e decontribuzione per le fasce reddituali deboli, proposte che diano ai colleghi nuovi campi operativi, in grado di sviluppare redditi e ritrovare dignità, ma mentre NAD combatteva e combatte per questo, i padrini della cupola, ovvero gli avvocati amici e soci di Orlando, combattevano e combattono contro NAD e contro gli interessi di quei colleghi a cui fanno promesse di banchetti, in stile ortofrutta.

 

PERCHE’ NAPOLI 

 

Tutto questo amore per le battaglie è partito da Napoli. NAD e Napoli, NAD è Napoli. Perché? Perché Napoli è una grande città, ricca di fermento ideale, perché a Napoli il sentimento di libertà e la capacità di non piegarsi all’autoritarismo dei padroni è sempre stata vivissima, perché Napoli è la città del pernacchio al nobile e spocchioso Duca Alfonso Maria di Sant’Agata dei Fornari.

 

Napoli è il terzo Foro d’Italia. Le battaglie che NAD sta muovendo da Napoli possono e devono essere una scintilla in grado di incendiare l’intera avvocatura italiana. Napoli deve unire la cultura popolare della nostra città al profondo senso di giustizia e di solidarietà, autentiche connotazioni della storia partenopea.

NAD deve essere interprete di questa forza, tradizione e cultura. Ce la faremo, in difesa dei colleghi più deboli e più giovani. Contro gli Andrea Orlando e contro i capolari che comandano l’avvocatura, come “Cosa Nostra”.

 

Perché? Semplice, perché questa gente “c’ha scassat o’ cazz”. Cit.

 

 

Avv. Salvatore Lucignano

 

http://https://www.youtube.com/watch?v=E1SLOCKlb1M

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