Ma quanto pensi di essere libero, Avvocato?

16 Ottobre, 2018 | Autore : |

Giochiamo a capirci.

Il concetto di libertà così ampio così importante per noi avvocati, mistificato al punto da essere stravolto, spesso lo perdiamo di vista, spesso pensiamo ancora di essere Liberi.

A parte le costrizioni ignobili e inaccettabili imposteci da una legge professionale che si stenta a credere possa essere frutto di menti forensi, che vincolano l’esercizio della nostra Professione violando il principio cardine di libertà, ci sono tante altre condizioni in cui molti colleghi si ritrovano a lavorare nella falsa convinzione di essere ancora dei liberi professionisti.

Stiamo imparando ad accettare tutto, ci stiamo arenando, ma dobbiamo essere onesti, quantomeno con noi stessi.
Non siamo liberi!

Avvocati ridotti in schiavitù dai titolari degli studi che addirittura elemosinano il rimborso spese quasi fosse un onore lavorare e buttare il sangue per loro.

Non se la passano meglio nelle law firm del nord Italia. I guadagni saranno pure maggiori, in linea teorica e se non si calcola il costo della vita, ma il vincolo di sudditanza dei Colleghi “collaboratori” è inaccettabile. Il badge all’entrata in studio e all’uscita per il conteggio delle ore non serve certo a variare la fattura mensile che maschera uno “stipendio”, ma piuttosto per un controllo totale.

Capitolo a parte poi meritano i litigators nostrani, circa 5/10 euro a udienza…

Ma di che parliamo?

Parliamo sicuramente di una professione dove non è neanche consentito confrontarsi… il blindatissimo congresso di Catania ne è dimostrazione concreta.

E intanto?

Intanto tutti proni.
Paghiamo la Matrigna Cassa che non ci darà pensione. Paghiamo assicurazioni varie, organizziamoci per il Posse, come tutti i commercianti, paghiamo, paghiamo…subiamo…

E in silenzio urliamo W LA LIBERTÀ!

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