L’IRRILEVANZA DEI PICCOLI “IO”

16 Marzo, 2017 | Autore : |

L’IRRILEVANZA DEI PICCOLI “IO”. UNIONE DELLE DIVERSITA’.

Stasera abbiamo un direttivo molto importante. Tanti argomenti sul tavolo, una valutazione sulla situazione che si è generata nel Foro di Napoli, grazie alla nostra azione, ma anche il tema politico che più ci sta a cuore: come unire le diversità in un’attività vincente. Stiamo ragionando con i nostri colleghi, rappresentanti di un’altra Italia o di un’altra avvocatura. Livorno, Milano, Brescia, Bergamo, sono le nostre prossime sfide. Non ci preoccupiamo solo di aumentare il consenso tra i “nostri”, avvocati, quelli in crisi, che avvertono in modo più pressante l’inadeguatezza delle istituzioni forensi e quindi si ribellano alle loro ruberie. Per vincere, per far nascere l’avvocatura in Italia, noi dobbiamo e vogliamo parlare a tutti gli avvocati, anche a quelli ricchi, anche a quelli che stanno bene e che dunque, apparentemente, non avrebbero motivi per “combattere” per cambiare le cose.

Non c’è nulla di più falso e miope. Se vogliamo che l’avvocatura abbia un futuro, sia come professione libera e liberale, sia come forma gratificante di imprenditoria intellettuale, tutti devono combattere perché la nostra professione cambi radicalmente assetto. Se vogliamo difendere i diritti dei cittadini, riscrivere un nuovo patto con i nostri clienti, che li tuteli e che allo stesso tempo torni a farci rispettare e pagare adeguatamente per le nostre prestazioni, è necessario che cambi tutto.

NAD è consapevole di questo. Noi non abbiamo mai chiuso la porta alla borghesia intellettuale dell’avvocatura, non abbiamo mai fatto discorsi classisti, non ci siamo tirati indietro quando si è trattato di affrontare temi che per la base apparivano “cervellotici”, lontani dalla tasca. E’ paradossale che ci definiscano “populisti”, ora che stiamo lottando contro la Cassa Forense, quando per anni abbiamo combattuto prevalentemente su altri fronti. Allora ci dicevano che eravamo distanti dalla base, ora ci accusano di essere troppo vicini agli impulsi della base. Si tratta ovviamente di sciocchezze, ma nel mondo contemporaneo, qualsiasi cosa fai… sbagli, quindi non ci prestiamo attenzione.

Ciò a cui invece prestiamo moltissima attenzione è la nascita dell’avvocatura italiana. Il modello che in questi anni sta mostrando il suo lento e penoso disfacimento, quello del potere clientelare del regime istituzionalizzato, ha totalmente fallito. I consigli dell’ordine, lo sappiamo tutti, sono gigantesche fucine di corruzione e l’avvocatura istituzionale ha forgiato servi, affaristi e padrini, ma non certo avvocati in grado di risolvere i problemi dei colleghi.

NAD vuole un altro modello rappresentativo. Noi riteniamo che l’avvocatura possa diventare soggetto capace di incidere nella società solo costruendo un governo unitario e plurale della categoria, unificando le istituzioni politiche in un unico soggetto, abbattendo le distanze che separano la base dai vertici, trasformando le istituzioni forensi in un luogo di inclusione e sostegno, di dialogo e confronto.

Solo se vinceremo questa sfida, se in Italia nascerà l’avvocatura, potremo ottenere risultati nella società e per la nostra professione. Per far questo è fondamentale aggregare ed aggregarsi. Da soli non possiamo vincere, ma se saremo in grado di unire le diversità in una lotta unitaria, possiamo abbattere la mafia che oggi tiene gli avvocati italiani sotto una cappa di malaffare e di irrilevanza.

In queste ore molti mafiosi in toga e tocco frignano, lamentandosi dell’incapacità dell’avvocatura di contrastare determinate “norme”, che riguardano il processo penale. NAD non si è unita al coro dei piagnoni. Noi abbiamo sempre detto che i padrini dell’avvocatura italiana contano meno di zero, che il loro obiettivo non è aiutare l’avvocatura, ma ingrassare i propri conti in banca, noi sappiamo che le conseguenze nascono esclusivamente dalle premesse. Ciò che accade oggi è ciò che è accaduto agli avvocati italiani negli ultimi 30 anni, quindi frignare è ridicolo.

Il 20 aprile pernotteremo all’esterno della Cassa Forense. Il 21 aprile accoglieremo i colleghi, provenienti da tutta Italia, per discutere con loro di un’altra Cassa Forense, di un’altra avvocatura, di un diverso modo di intendere il nostro agire politico. O noi costruiamo le condizioni per risorgere, come collettivo, o saremo annientati, individualmente.

NAD lo dice chiaramente. E’ tutto qui ragazzi. E’ il football, è la vita, è l’avvocatura. O nasce l’avvocatura o moriremo noi avvocati. Combattete ed uniamoci.

Non abbiamo alternative.

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