“LI HANNO PRESI? STRANO, SEMBRAVANO BRAVE PERSONE…”

16 Dicembre, 2016 | Autore : |

Ormai per noi di Nuova Avvocatura Democratica è diventato il tormentone del momento. Un gioco, in parte divertente, in parte serissimo, con cui ci apostrofiamo o valutiamo gli sviluppi della tragicomica vicenda che vive l’avvocatura italiana. Parlando tra noi di tutte le illegalità, le omissioni, le viltà, i silenzi, la retorica e tutto l’armamentario di pochezza messo in luce da istituzioni, associazioni e singoli avvocati “impegnati” in politica forense, ci sorridiamo e ci diciamo: “però… è una brava persona”.

 

Già, perché questo in Italia è un ritornello che si ode spesso. Un killer ammazza la famiglia? I vicini, intervistati da giornalisti assetati di sangue, scrollano le spalle: “era una bravissima persona, salutava sempre!” Come se un killer debba girare con il cartello al collo “sono un killer” e sputare in faccia ai passanti, giusto per non far dimenticare che “ehi… io sono cattivo”.

 

Andiamo dunque avanti così, analizzando le azioni delle “brave persone”. Del resto lo avevamo già visto, perché anche Jimmy e gli altri erano “bravi ragazzi”. L’intuizione geniale di Martin Scorsese, nel raccontare la mafia americana dei suoi tempi, non mancò di caratterizzare quei brutali criminali come “bravi ragazzi”. Goodfellas rimane uno degli affreschi più realistici del fenomeno criminale mafioso americano e parla di bravi ragazzi, ragazzi svegli. Proprio come quando uno si riferisce a qualcuno e dice: “Chi, Henry? Si, si, lo conosco: è un bravo ragazzo”.

 

Anche nella vicenda che vive l’avvocatura italiana abbondano i bravi ragazzi. Ragazzi un pò stagionati, attaccati alle loro cariche con la colla più potente del mondo, provenienti da un passato che non ne vuol sapere di diventare futuro. Violano le regole, fanno affari grazie alla politica, vendono il futuro dei propri colleghi, soprattutto i giovani, le donne, i poveri e quelli che esercitano al sud Italia, ma sono bravi ragazzi. Ragazzi svegli. Brave persone, proprio gran brave persone.

 

Nuova Avvocatura Democratica ha tenuto ieri sera un direttivo molto importante, che ha affrontato questi temi e molto altro. Abbiamo potuto riunire a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli, solo alcuni componenti del nostro direttivo nazionale, per via della distanza geografica che ci separa, ma terremo la nostra discussione con tutti i componenti del direttivo, ed informeremo tutti i tesserati delle nostre azioni. Come facciamo sempre.

 

Abbiamo discusso di molte cose: dell’espansione dell’associazione, di come aumentare le nostre presenze sul territorio, dei possibili strumenti per mettere in crisi il regime dell’istituzionalizzazione forense. E’ stata una discussione feconda, in cui non sono mancate le diverse opinioni, ma dalla quale sono venuti fuori alcuni punti unificanti, che rilanciano le ragioni fondanti della nostra associazione. In primo luogo abbiamo tutti convenuto che con questo regime non è più possibile evitare iniziative di scontro, che cerchino di portare la vicenda fuori dai confini dell’avvocatura italiana. Continuare a credere che la politica, le denunce, i ricorsi, possano spingere “i bravi ragazzi” annidati nel regime a mutare i propri comportamenti è mera utopia. Troppo forti gli interessi economici e troppo “nobili” quei ragazzi.

Abbiamo dunque tutti convenuto sulla necessità che il 2017 segni un’accelerazione nelle azioni di NAD, capace di arrivare ad una massa critica in grado di mettere in crisi il regime. Serve che la stampa e l’opinione pubblica si concentrino finalmente sulla situazione dell’avvocatura italiana, perché decine di migliaia di professionisti sono ormai alla mercé di sconsiderati “bravi ragazzi” e questa situazione sta provocando un disastro sociale destinato purtroppo ad aggravarsi. Abbiamo discusso anche di azioni volte a mettere il regime dinanzi alle proprie responsabilità, costringendolo pubblicamente a mostrare cosa intenda per “rappresentanza” dei colleghi: avranno presto notizie da una “nostra” rappresentanza e vedremo come reagiranno. Abbiamo discusso anche di giustizia e di come la nostra lotta, interna all’avvocatura, possa conciliarsi con quella rivolta al comparto, ritrovandoci quasi all’unanimità attorno alla nostra idea di partenza: fino a quando non nascerà l’avvocatura, fino a quando non avremo una rappresentanza politica degna, è totalmente inutile pensare di poter migliorare la giustizia. Perché ciò accada servono gli avvocati ed oggi in Italia gli avvocati, politicamente e moralmente, non esistono.

Dunque il 2017 ci vedrà protagonisti di azioni eclatanti, anche pericolose, difficili da portare avanti. Vogliamo dare un esempio di cosa voglia dire fare una lotta politica vera, non parolaia, che non si limiti a dichiarare di voler fare, ma faccia. A dispetto della nostra serenità, a dispetto della nostra unità e del clima familiare che regna tra di noi, ieri sera ci siamo guardati negli occhi, consapevoli della gravità della situazione e della gravità delle decisioni che abbiamo assunto. Siamo pronti. Sarà difficile, sarà una prova durissima per quegli associati che intenderanno aderire alle nostre iniziative, ma crediamo che non esistano altri modi per combattere le nostre battaglie e siamo tutti decisi a non mollare, a non arrenderci.

 

Buon Natale a tutti.

 

Il Direttivo Nazionale

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