INTERVENTO PRESIDENTE NAZIONALE INTERASSOCIATIVO NAPOLI 13 APRILE 2017

13 Aprile, 2017 | Autore : |

 

Egregi Colleghi,

 

è dal 28 marzo che mi interrogo sulla finalità dell’incontro odierno.

 

Ho letto più volte il testo delle missive inviate per convocarlo e ancora non sono riuscita a venirne a capo.

 

L’Associazione che rappresento, ha, come di certo saprete, raccolto 1.705 firme per la convocazione dell’assemblea degli iscritti con un preciso ordine del giorno, sul quale vorrei che fossero chiamati a pronunciarsi tutti i Colleghi del foro.

 

Di quella proposta di OdG non trovo, invece, traccia nei temi indicati come oggetto della odierna discussione, se non nella formula, assolutamente vaga, “previdenza forense: equità della contribuzione e prospettive di riforma”; una formula che, nel dire tutto, non dice nulla e che non può di certo diventare l’OdG dell’Assemblea dell’11 maggio p.v.

 

Se si chiamasse il Foro a discutere di un argomento dai confini tanto labili, in uno al tema del ripristino dei minimi tariffari ed a quello della manifestazione del 13 maggio, sui quali pure si dirà, si correrebbe il rischio di impedire l’approvazione di un documento dal contenuto concreto e vincolante, che possa indirizzare l’azione di questo COA.

 

Questo NAD non può permetterlo, salvo voler stabilire che l’Assemblea dell’11 maggio non è quella convocata da NAD (e questo, sul piano politico più che su quello formale, sarebbe una menzogna) e che, dunque, il COA procederà a stabilire, con immediatezza, la data di un’altra assemblea, avente ad oggetto esclusivamente la discussione sui minimi contributivi slegati dal reddito.

 

Convocare due assemblee a distanza di pochi giorni, fosse anche di pochi mesi, sarebbe, però, ridicolo. Pretendere che, dopo anni di assoluto silenzio, l’Avvocatura si riunisca due volte in assemblea, per discutere di due temi correlati, avrebbe il solo effetto di allontanare i Colleghi da entrambe.

 

Occorre allora uno sforzo di sintesi ed è questo il compito naturale del COA, che consenta di valorizzare, da un lato, le legittime aspettative dei 1705 firmatari della richiesta di convocazione formulata da NAD e, dall’altro, l’ampiezza del dibattito e le molteplici prospettive di analisi, di cui sono portatrici le altre associazioni e lo stesso COA, quale rappresentante istituzionale dell’intero foro.

In questa ottica, ritengo sia doveroso da parte mia proporre un ordine del giorno così formulato:

 

  1. valutazione ed espressione dell’orientamento degli iscritti sul permanere all’interno dell’ordinamento di disposizioni che prevedano la contribuzione previdenziale minima degli avvocati in misura slegata dal reddito;
  2. prospettive di riforma del sistema previdenziale forense

 

Estrapolare dall’ambito delle valutazioni generali sul futuro della previdenza forense il punto specifico sul quale si è manifestata la volontà convergente dei Colleghi, credo sia un segno di rispetto, che a loro è dovuto.

 

Dall’ordine del giorno credo debba essere espunto quello relativo alla manifestazione indetta per il 13 maggio, sulla quale non mi sembra sia possibile si esprima l’Assemblea. Quella manifestazione può, a distanza di soli due giorni dall’Assemblea, essere solo oggetto di informazioni da parte del COA, che ha già deciso della sua organizzazione, senza che alcuno fosse invitato a pronunciarsi in merito. Che senso avrebbe chiedere ai colleghi di discuterne? Se l’Assemblea si pronunciasse contro quella manifestazione, questo impedirebbe a qualcuno di potervi partecipare? Ovviamente, no. Parimenti, un voto favorevole, non obbligherebbe nessuno a prendervi parte.

 

Piuttosto, in merito alla partecipazione a tale manifestazione, occorre ribadire come NAD sia fermamente contraria all’utilizzo di qualsiasi somma avente funzioni pubbliche, rivolte alla collettività dei colleghi, per il finanziamento della trasferta romana, ma siamo certi che il COA non prenderà nemmeno in considerazione tale possibilità.

Tra gli argomenti oggetto dell’odierno incontro, poi, non ho trovato quello, che mi sarei aspettato esserne, invece, il punto focale.

 

In mancanza di un regolamento, che disciplini il funzionamento dell’Assemblea, occorre, infatti, un accordo tra il COA ed i diversi soggetti della scena politica napoletana, finalizzato a stabilire la forma e la durata degli interventi, la forma della votazione sulle mozioni presentate.

 

In questa prospettiva, NAD ritiene fondamentale un regolamento interno al COA per la gestione dell’Assemblea. La nostra associazione propone pertanto, già in questa sede, alcuni punti che, se approvati, potrebbero impedire il caos e l’inconcludenza, che pure rischiano di trasformare i lavori dell’11 maggio in una sterile e chiassosa rissa.  Sono circostanze già avvenute in passato e la nostra memoria non può dimenticare quanto accaduto nel 2014: a noi tocca il compito di fare in modo che le brutte scene viste nell’ultima assemblea straordinaria convocata nel nostro Foro non si ripetano.

 

In questa ottica, il preventivo deposito delle relazioni illustrative degli interventi, che saranno svolti, e delle mozioni, che si intendesse sottoporre alla valutazione assembleare, deve costituire un presupposto imprescindibile per uno svolgimento realmente democratico dell’Assemblea.

 

Pari importanza, poi, ha la pubblicazione di quei documenti sul sito istituzionale di questo COA, così da garantire la massima pubblicità alle idee, che verranno poi portate all’attenzione dell’Assemblea.

 

Infine, va disposto il contingentamento dei tempi per l’illustrazione di quei documenti, in modo da impedire che interventi fiume paralizzino i lavori assembleari.

 

Tutto questo, ovviamente, se si vuole che i colleghi partecipino a quel Consesso con le loro idee e le loro intelligenze.

 

Se, invece, qualcuno pensa che l’Assemblea sia il luogo per contarsi, per verificare quale fazione possa mettere in campo le truppe più numerose ed agguerrite, allora devo prendere atto di come quel qualcuno abbia travisato il ruolo dell’assemblea. Se qualcuno, sempre lo stesso, pensa che NAD abbia voluto l’Assemblea per “mostrare i muscoli”, esibendo i propri numeri sul campo, a quel qualcuno devo dire, non senza rammarico, che non ha ancora compreso la portata innovativa di Nuova Avvocatura Democratica: i nostri numeri, in fatto di iscritti e di danari, sono assolutamente pubblici – tutti conoscete l’indirizzo del nostro sito web e seguite il nostro gruppo Facebook – e non è la sede assembleare quella deputata alle prove di forza, ammesso che tali prove davvero servano.

 

NAD ha voluto l’Assemblea, in un contesto di enormi problemi di ascolto da parte delle istituzioni, per ricordare a chi crede di essere il padrone degli avvocati che senza democrazia, senza un’avvocatura realmente democratica ed inclusiva, non ci potrà mai essere rispetto tra la base ed i capricciosi vertici della nostra categoria.

 

Un’ultima considerazione, che afferisce al metodo ed ai presupposti di questi interassociativi: Nuova Avvocatura Democratica, anche su questo tema, ritiene che le cose debbano radicalmente mutare. Il COA non può invitare associazioni prive di qualsiasi rappresentatività, di cui non si conosca il reale numero di iscritti, che non abbiano un bilancio pubblico, in modo da valutare i soggetti che finanziano le proprie attività e poter giudicare così dell’indipendenza delle loro scelte.

 

Le votazioni che mettono sullo stesso piano associazioni che hanno decine e decine di iscritti nel Foro, come NAD, con soggetti che non hanno iscritti, non hanno delegati eletti al Congresso Nazionale Forense, sono votazioni falsate, che non rendono affatto giustizia alla reale rappresentatività dell’avvocatura.

 

La nostra associazione propone dunque che il COA adotti un protocollo pubblico, concertato con le associazioni presenti nel Foro di Napoli, che consenta di stabilire i requisiti per partecipare ai prossimi interassociativi. Noi suggeriamo tre criteri che ci sembrano indispensabili:

 

  1. pubblicità mediante un sito internet del numero degli iscritti e del bilancio associativo, nazionale o locale, in caso di associazione locale;
  2. Scelta di un numero minimo di iscritti che possa far ritenere l’associazione invitata, davvero “rappresentativa” e non autoreferenziale;
  3. in assenza di un certo numero di iscritti, consentire la presenza dell’associazione in interassociativo solo se essa abbia eletto almeno un delegato al Congresso Nazionale Forense.

 

Grazie a tutti.

 

Avv. Rosaria Elefante

Presidente Nazionale Nuova Avvocatura Democratica

 

 

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