LE ASIMMETRIE DELLA SOTTOMISSIONE

12 Gennaio, 2017 | Autore : |

ATTENZIONE: E’ UN POST LUNGO. 

 

 

Il metodo di leadership diffusa alla base del nostro progetto
Di Salvatore Lucignano, Mercoledì 15 gennaio 2014 alle ore 8:13

 

Assieme al documento di sintesi che gli autori della RIFORMA DEGLI AVVOCATI PER GLI AVVOCATI fanno proprio, è importante, sullo stesso piano, illustrare a chi vuole aderire a questo progetto di autoriforma il metodo che ci siamo dati.

Si tratta della leadership diffusa. Chi aderisce alla sintesi, indipendentemente dal dissenso su alcuni punti di cui è composta, ne diventa autore e la fa sua nel complesso. E’ un modo per superare la frammentazione dell’avvocatura italiana, che da anni non ottiene niente per se stessa, per la giustizia, per i cittadini.

Noi vogliamo dimostrare che le idee non hanno padri, non hanno autori. Questa proposta non ha né un autore né un relatore. Chiunque fa sua la sintesi ne é autore, relatore e proprietario.

Speriamo che con questo esempio di cooperazione, con questo esperimento di politica associativa, potremo essere testimoni ed artefici di un cambiamento vero.

E’ un esperimento che parte dal riconoscimento della leadership e della rappresentanza come elementi irrinunciabili per l’azione politica, ma allo stesso tempo vuole dimostrare che il ruolo di una leadership contemporanea è la creazione di meccanismi che portino il leader a rendere INUTILE se stesso. Per questa ragione in questo progetto non ci sono gerarchie interne. Ogni autore della sintesi ne può disporre, alla pari di chiunque altro. La rappresentanza della sintesi verrà offerta a chiunque accetti metodo e merito, dal gruppo, senza che le ragioni di visibilità del singolo abbiano alcuna influenza sul progetto.

Si tratta di un progetto umile ed allo stesso tempo ambizioso. Senza una piena e consapevole accettazione delle implicazioni che la leadership diffusa comporta, l’adesione al merito della nostra RIFORMA è inutile.

Buon lavoro a tutti noi.

 

L’ATOMISMO DEL DISSENSO

E’ una delle malattie endemiche della politica del dissenso: la frammentazione e l’esasperazione delle identità irrilevanti, che non tengono conto della possibilità di incidere di alcuni fenomeni, ma perdono di vista lo scopo dell’azione, per concentrarsi sulla visibilità di posizioni velleitarie. L’atomismo del dissenso è un malanno tipico di una visione dilettantistica delle lotte minoritarie. Piuttosto che cercare di comporre ciò che può agire per la destabilizzazione dei principi dominanti, si persegue scientemente la coltivazione di inutili individualità.

 

LE DEMOCRAZIE DELLA DISTANZA 

E’ uno dei tratti distintivi del flipper, ovvero di quel sistema di potere che non impedisce al dissenso di esercitare attività tese a destabilizzarlo, ma si limita ad incardinarle in processi che non riescono a scalfire i meccanismi di esercizio del controllo. Il flipper vede così gli oppositori che accettano di restare al suo interno muoversi come palline impazzite. Il giochino suona, si illumina, si accendono spie e partono jingles giocosi, ma nulla esce dalla scatola. Il potere continua a muoversi indisturbato, all’esterno, agendo su altri piani.

Ecco perché Nuova Avvocatura Democratica ha deciso di rompere il flipper, di usare linguaggio, pensieri, azioni, rivoluzionarie, in grado di colpire il regime dell’istituzionalizzazione forense. Ecco perché il regime ha bisogno di avvocati istituzionalizzati, persino nel modo di pensare il dissenso, perché contro i comportamenti codificati esiste “l’antidoto”.

“Fai l’istanza? Ok, la lasciamo cadere nel dimenticatoio, domenica c’è la partita e l’oblio farà il suo corso.” 

“Fai reclamo? Lo rigettiamo, con comodo, quando non è più argomento che scotti. Fammi causa”. 

 

 

 

LA CASSAZIONE GIOCA CON GLI AVATAR 

Il regime ed i suoi camerieri si stanno concentrando moltissimo sulla rete e sui social network. Hanno disperato bisogno di uccidere gli avatar dei dissenzienti, ma per farlo, mirano alla morte dei dissenzienti, non certo dei loro avatar. Quella dovrebbe essere solo una conseguenza. E’ per questa ragione che gli avatar creati sui social network vengono rivestiti di una identità sovrapponibile agli individui, per equiparare la forma di interlocuzione socialica, che agisce su piani diversi da quelli extrasocialici, a quelle definite dai codici di giustizia e volte a regolare le interazioni individuali o a mezzo stampa. La normalizzazione della dimensione socialica del pensiero è uno degli elementi di controllo sociale su cui i sistemi di potere contemporanei si stanno maggiormente spendendo, consapevoli che una rete sotto il controllo del potere consente ai gruppi dominanti di continuare a tenere gli inferiori dissenzienti nel flipper, mentre una rete libera di agire con le regole dell’avatar che crea pensiero socialico, può seriamente destabilizzare il sistema egemone.

 

 

ASIMMETRIE. L’ESPOSIZIONE. 

 

La capacità del sottomesso di portare avanti battaglie antisistemiche si scontra con le possibilità economiche, mentali e morali di sopportazione dell’esposizione. Il concetto di “esposizione” è stato illustrato in modo praticamente perfetto da Messner e Bonatti, le divinità italiche delle imprese alpinistiche ed esplorative del XX secolo. Quando l’individuo agisce in branco è ovviamente più forte. Ciò comporta la ricerca, da parte del soccombente, di comunità in grado di rafforzare ed amplificare le proprie possibilità operative. La funzione limitativa del radicalismo operata dal gruppo è così un elemento attrattivo capace di ammansire il dissenso.

Diversamente, quando l’oppositore esprime un radicalismo veritiero, resta fatalmente solo. In quel momento egli è esposto. Esposto alla furia della massa conformata, alla fatica di azioni reiterate, in cui non ha aiuti o compagni, alla paura che il numero di individui che fronteggia possa farlo soccombere. L’esposizione solitaria fa sentire l’oppositore radicale un costante bersaglio, perché egli sa di essere “il” nemico da abbattere. Non ha diversivi, non ha vie di fuga, non può mai arretrare, chiedere al fianco destro di tenere impegnato il suo assalitore, non ci sono momenti in cui tirare il fiato.

Il concetto di esposizione agisce però anche sul piano morale: il soggetto esposto riesce a trovare dentro di sé la forza che ai componenti del branco manca, poiché la battaglia combattuta contro forze preponderanti lo costringe a scavare dentro di sé, alla ricerca di energie che solo l’esposizione consente di trovare.

 

 

ASIMMETRIE. IL CREDITO FORMATIVO E’ LA MISURA DEL SAPERE. 

Gli avvocati italiani sono stati in grado di coniare strumenti di normalizzazione della libertà da fare invidia a qualsiasi dittatura morbida. Il regime dell’istituzionalizzazione forense vende ogni anno milioni di crediti formativi a soggetti asserviti, che accettano di vendere la propria dignità, in cambio di indulgenze concesse dai loro padrini. Con l’equiparazione del credito formativo all’attestato di conoscenza l’avvocato cede, sul piano logico e morale, la propria anima al Diavolo.

Il parallelismo tra la partecipazione ad un incontro e l’assimilazione dei concetti che vengono espressi in quella circostanza è una delle maggiori asimmetrie presenti nella società italiana. La trasposizione di questa aberrazione dovrebbe portare gli avvocati a chiedersi perché le università italiane continuino a sottoporre ad esami i propri iscritti, quando per verificare ciò che sanno basterebbe pretendere che essi dimostrino di aver partecipato assiduamente alle lezioni. Crediti formativi per tutti: questo è spettacolo! 

 

 

ASIMMETRIE. MI MANCA IL DENARO, IL TEMPO, LA VOGLIA. 

La capacità cognitiva dell’uomo medio non gli consente di combattere il potere. L’assenza di denaro, la tendenza all’autoconservazione, fanno il resto. La capacità di operare scelte potenzialmente distruttive di se stessi, in ragione di precetti morali profondamente radicati nella coscienza, è propria di quella esposizione a cui possono ambire solo uomini che abbiano scavato nel proprio io. L’uomo medio non ha dunque gli strumenti per poter intraprendere un viaggio agli inferi insieme a Virgilio. Lo schiavo dei sistemi di potere contemporanei non fabbrica mattoni, impastando con i piedi, ma fa shopping e smanetta con i suoi aggeggi tecnologici, sempre aggiornati. Egli crede di essere libero, ma in realtà è completamente dominato dalle sue paure.

 

 

In copertina: l’incubo delle istituzioni forensi italiane, ovvero i tesserati di Nuova Avvocatura Democratica. Dipinto nel 1870 da Ciro Sasso I, detto “Azz”, Signore della Cornovaglia occipitale.

 

 

 

 

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