QUANDO L’ESSENZIALE E’ UN DIVERSIVO PER L’ANIMA

4 Gennaio, 2017 | Autore : |

 

 

 

Uno degli elementi che differenzia NAD – Nuova Avvocatura Democratica da ogni altra espressione di pensiero riconducibile alla politica italiana è che l’associazione non mira a parlare unicamente di politica forense, ma più ancora, che ripudiamo il concetto che l’avvocato debba lavorare e non parlare. Più volte ci siamo diffusi nella critica ad una delle norme che il regime dell’istituzionalizzazione forense ha concesso alla politica, per rendere schiavi i colleghi: quel concetto di “continuità”, nell’esercizio della professione, che appare tanto come una catena di montaggio a cui inchiodare il libero professionista. Noi non riteniamo che questo sia il ruolo che si confà ad un avvocato. Pretendiamo di coltivare l’ambizione ad essere intellettuali, e non nel senso “snob” del termine, ma in quello più puro ed autentico, che fa riferimento ad un uso libero e fecondo dell’intelletto.

 

Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ho detto

che tu vedrai le genti dolorose

c’hanno perduto il ben de l’intelletto.

(Inferno III, v. 16-18)

 

Uno dei primi torti che ci hanno fatto, nel processo di progressiva perdita della libertà intellettuale, è stato quello di insegnarci che l’avvocato non pensa, non scrive, non si interessa, non ozia, perché “il vero” avvocato è quello che “consuma le suole delle scarpe in udienza”. Ora, a parte che l’immagine è davvero orribile: un avvocato con le suole delle scarpe consunte, che trascorre la propria vita su e giù, qui e lì, nelle aule di udienza, ma anche se volessimo accettare l’iperbole, chi mi potrebbe mai dire che questo esaurisce ed esaudisce il bisogno espressivo di un giurista?

 

Noi siamo avvocati stati creati liberi. Lo studio del diritto è in primo luogo un’opera di avvicinamento alla mistica della libertà, dell’autonomia di pensiero, della ricerca del vero. Un avvocato o è questo oppure, semplicemente, non è.

Ecco perché NAD – Nuova Avvocatura Democratica, attraverso il proprio sito internet, diffonde quotidianamente tutte le riflessioni che aspirino a rivestire un interesse per i colleghi, siano esse attinenti al mestiere o meno. Noi ripudiamo la logica dell’asservimento alla routine impostaci dal regime, aborriamo le costrizioni che ci privano del bene più prezioso che possediamo: il libero arbitrio, l’incessante anelito alla chiarificazione del nostro rapporto con lo spazio che ci circonda. Non siamo consumatori di suole di scarpe, mestieranti, ottusi ripetitori di procedimenti meccanici, siamo liberi pensatori e tali resteremo, combattendo ostinatamente per conservare tutte le nostre deviazioni.

 

 

 

 

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