INEDITO

3 Luglio, 2017 | Autore : |

La vicenda dell’avvocatura italiana di questi anni, le circostanze che hanno portato alla nascita di NAD, affondano le proprie radici in un profondo bisogno di reagire ad una realtà corrotta. Il regime dell’istituzionalizzazione forense infatti ha pesantemente distorto l’essenza stessa, il senso, di ciò che dovrebbe essere la realtà.

Per un giurista, per un avvocato, il reale non può essere radicalmente distante dal giusto. Non si può accettare che l’ipocrisia, l’arbitrio, la mediocrità e l’affarismo dettino le regole, violandole peraltro a tutto spiano e impunemente, chiamando “realtà” questo coacervo di inadeguatezze ed ingiustizie.

NAD nasce fondamentalmente per questo e in questo contesto. Siamo sempre stati consapevoli che le realtà corrotte non mutano solo perché sono ingiuste, che purtroppo la volontà e l’esempio di alcuni non basta per opporsi all’ignavia e all’accondiscendenza di molti, ma questo non può essere un alibi per non lottare, né per sottrarsi ai prezzi che comporta una tale lotta.

Oggi con NAD siamo riusciti a creare un soggetto politico strutturato e credibile, che mira a denunciare la Cupola dell’istituzionalizzazione forense, che con fatica combatte perché a questa avvocatura, marcia e lercia, si sostituisca una professione inclusiva, democratica, aperta ai giovani, alle donne, al futuro, retta da soggetti finalmente colti e competenti, rappresentativi ed autorevoli.

Perché questo possa avvenire però, nessuno si può illudere che non vi siano prezzi da pagare, lotte da fare, atteggiamenti e schieramenti largamente stratificati da sovvertire. Chi intende lasciare il proprio nome nella storia politica dell’avvocatura, sollevandolo dall’oblio in cui cadranno tutti gli attuali tutori dell’esistente, deve scegliere, agire, rimboccarsi le maniche e combattere.

Mario Monicelli un giorno disse, parlando di un’Italia disfatta e rassegnata al malaffare, che il riscatto è doloroso, che esige dei prezzi da pagare. E’ così. E’ uno dei drammi della società italiana ed è sicuramente una tragedia, all’interno dell’avvocatura italiana. L’idea di dover pagare un prezzo per le battaglie di libertà e di giustizia, l’idea di poter morire per un’ideale, fa tanto “sceMografia”, quando si tratta di lodare i morti, ma guai, anime prave, a tentare di ricordarlo ai vivi.

L’Italia è il paese in cui chi combatte contro le mafie diviene credibile solo da morto e viene osteggiato in ogni modo da vivo. L’avvocatura italiana è uno specchio fedele del paese: moltissimi odiano tutto e tutti, in una forma di nichilismo che non distingue i buoni dai cattivi. Quelli che omaggiano il potere, i ruffiani di Sciascia, l’esercito dei leccapiedi, sono una falange, pronta a fare sempre ciò che è comodo, incuranti di quel che è giusto.

I combattenti sono pochi, perché pochi sono gli uomini, ma gli uomini sono i soli che nella vita valga davvero la pena incontrare.

PENITENZIAGITE. DOWNSHIFTING IS THE WAY.

 

 

Avv. Salvatore Lucignano

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