CHURROS AL CIOCCOLATO – PARTE 3 DI 6

23 Ottobre, 2016 | Autore : |

In effetti la situazione economica della Spagna li preoccupava. C’era molta disoccupazione in giro e solo per questo Isabel era orientata ad abbandonare la sua amata Madrid per cercare un impiego in Europa.

Per Miguel invece l’America era sempre stata un sogno, aveva il mito di San Diego, a suo dire la città dove si vive meglio al mondo,  pensava che qualsiasi fosse il lavoro che avesse trovato in California, avrebbe sempre potuto passare parte delle giornate in spiaggia, magari imparando il surf. Lui amava il mare, era stato un sostenitore entusiasta del progetto “Madrid Rio”, aveva persino manifestato con i suoi compagni del movimento Ecohabitar in favore  della riqualificazione di quel pezzo di città inquinata. Erano entrambi in quella fase della vita in cui si fanno scelte decisive per il futuro ma si trovavano in un contesto di grande incertezza e ne erano quasi travolti.

Miguel come sempre mangiò pochissimo ma entrambi bevvero di gusto. Lui era premuroso, l’aveva abbracciata per accompagnarla al tavolo, aveva proposto un brindisi al suo esame superato, trasformando l’occasione in una vera festa. Isabel si era sentita viziata e si era soffermata spesso sui tratti del suo viso, a volte aveva cercato i suoi occhi neri e per un attimo, quando Miguel si era complimentato nuovamente per il suo aspetto di quella sera, aveva temuto di essere arrossita. Era la prima volta che uscivano insieme per un’occasione speciale e non per passeggiare per le vie del centro e lei si sentiva felicemente emozionata.

Quando uscirono, dopo che Miguel ebbe saldato il conto, le vetrine dei negozi erano illuminate dalle luci notturne ed il cielo era rischiarato dalla luna quasi piena. Isabel, che aveva la testa leggera, indossò il suo golfino per scaldarsi. Continuarono a chiacchierare, degli esami all’università, del futuro, del movimento ecologista internazionale e del campionato di calcio, ma anche di dolci, di cui Isabel era appassionata. Camminavano per le strette vie del centro antico, immersi nel vociare variopinto della loro città. All’incrocio tra Calle del Barco e la Gran Via c’era un chioschetto che vendeva i churros. Si guardarono, Miguel le chiese: “tu li prendi al cioccolato, vero?”

“Si grazie, ma non vedo perché mi debba offrire anche questi, hai già pagato al bar, non è giusto”, rispose lei.

“Smettila, stasera ti avevo detto che offrivo io, dobbiamo festeggiare il tuo voto all’esame”.

Isabel lo vide avvicinarsi e comprare quei dolci che le piacevano tanto.  Né il traffico della Gran Via, né le sue vetrine illuminate e i molti passanti riuscivano a distrarla da Miguel.

“Ecco signorina, i suoi preferiti, anche se ne dovremmo mangiare di meno”.

“Ecco il salutista accanito, cosa vorresti dire, che sono grassa?”

“No, ma che c’entra, voi donne siete impossibili, ho forse detto che sei grassa? E’ perché sono fritti e la frittura fa male, tutto qui”.

In effetti Isabel amava molto i dolci, soprattutto quella specialità tipicamente locale. Guardò con un pizzico di titubanza i churros che Miguel le stava offrendo, poi si fece coraggio: “è la mia festa stasera, giusto?”, disse sorridendo. Miguel rispose con un cenno di assenso al suo sorriso ed Isabel cominciò ad assaggiare: “sono davvero buoni”, esclamò.

Passeggiarono per la Gran Via, verso Piazza Cibeles e la Puerta di Alcalà.

“Mourinho è un grandissimo, è davvero speciale, niente da dire e Messi è troppo sopravvalutato”.

“A me Mourinho sta troppo antipatico, non mi piace il suo atteggiamento, è supponente e non rispetta mai gli avversari, non si fa così”

“Ma no, è determinato, per essere vincenti nella vita si deve essere così, forti, decisi, con obiettivi chiari. Lui ha vinto ovunque, è riuscito addirittura a vincere il triplete con l’Inter, ma ti rendi conto?”

Lei non si rendeva conto anzi, era abbastanza confusa. Non aveva idea di cosa significasse quel termine, “triplete”,  ma per la prima volta da quando si conoscevano pensava che quel ragazzo forse le piaceva ed era sorpresa perché mai prima di quella sera aveva sentito per Miguel un sentimento simile. Cercò di scacciare quell’idea infervorandosi nella difesa di Leo Messi e del Barcellona, inventando competenze mai avute e ridendo assieme a Miguel di quella vena sportiva così inaspettatamente manifestata, ma dentro di sé non era tranquilla.

La Gran Via era il solito spettacolo, maestosa, imponente, perfetto specchio della capitale. Il Paseo de Recoletos era affollato, Miguel camminava con il suo passo spedito ed Isabel a volte faticava a stargli dietro. I churros erano stati davvero buoni, Miguel le chiese se avesse voglia di passeggiare ancora ma lei rifiutò.

“No, grazie, sono un po’ stanca, è stata una giornata impegnativa, se non ti dispiace vorrei andare a casa”, gli disse, ma non era la stanchezza a suggerirle di tornare, quanto piuttosto il bisogno di stare da sola, lontana dalle sensazioni che avvertiva insieme a lui.

“Agli ordini, la festeggiata sei tu”, le sorrise Miguel, prendendola un po’ in giro, ma con dolcezza, come aveva fatto durante tutta quella bella serata.

Invece di proseguire e prendere Calle de Genova, tagliarono per Calle del Almirante e si ritrovarono nel pieno della Chueca, dove erano stati poco prima a mangiare.

Miguel le aveva chiesto cosa avesse intenzione di fare nel fine settimana, ma Isabel rispose che ancora non ne aveva idea, che voleva rimettersi subito a studiare, in modo da riuscire a fare un altro paio di esami prima delle vacanze estive. Quando arrivarono a casa di Isabel il bar notturno alla destra del portone d’ingresso del palazzo dove lei viveva con la sua famiglia era ancora stracolmo, al banco i ragazzi in divisa continuavano a servire i molti clienti di corsa, a testa bassa.

“Grazie, sei stato molto carino stasera” disse lei, cercando di guardare altrove.

“Figurati, per un’amica questo ed altro” rispose Miguel, con un certo imbarazzo. Anche lui aveva bevuto, più di Isabel ed il Vermouth lo aveva intontito. Le diede i soliti due baci sulle guance e si voltò, per ritornare a casa.

“Ci sentiamo, se fai qualcosa domani sera mi telefoni?” gli chiese Isabel, mentre lui già era di spalle.

“Certo, sento Ramon e ti faccio sapere, buonanotte”, rispose Miguel, senza voltarsi completamente.

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