CASSA FORENSE SI AUMENTA INDENNITA’ E GETTONI

17 Dicembre, 2016 | Autore : |

Intervento del delegato Eugenio Pappa Monteforte, del distretto di Napoli, nella riunione del 16 dicembre 2016, a proposito dell’aumento delle indennità di carica e dei gettoni di presenza decisi dal comitato dei delegati della Cassa Forense. L’intervento è stato fornito dal delegato Monteforte, che ha pubblicato il testo su social network e pubblicato, così come è stato rilasciato, senza ulteriori commenti.

“In un momento come l’attuale, nel quale – con l’obbligo di iscrizione – Cassa Forense, sia pure per ossequio alla Legge Professionale, vede incrinare ancor di più un già complicato rapporto con gli iscritti, a mio avviso quello dell’aumento delle indennità, dei gettoni, del numero di Commissioni sarebbe un provvedimento diretto ad accrescere lo scollamento, ad incrementare la distanza tra iscritto e suo Ente di previdenza.
L’essere tra i più virtuosi, nel confronto con le altre Casse, come risulta dallo studio condotto dalla Commissione Adepp, più che costituire un motivo per sostenere l’aumento, deve rappresentare un ulteriore passo per la costruzione di un rapporto più equilibrato, più equo tra iscritto ed Ente.
Ancora, una modifica al rialzo delle indennità nell’ottica di un adeguamento agli indici ISTAT, è vero non applicati nell’ultimo decennio, oggi sarebbe ingiustificato e soprattutto non compreso all’esterno se non per quello che realmente è cioè un aumento, considerato che ormai da tre anni l’indice ISTAT è negativo.
La delibera di aumento, quindi, se adottata sarà tanto legittima quanto eticamente inopportuna anche perchè interviene in un momento di grande sofferenza sociale ed economica della categoria.
Una sofferenza che io, noi, da sentinelle sul territorio avvertiamo chiara nel nostro distretto, ma che a leggere dai media comincia ad affacciarsi anche in territori una volta più al riparo dalla crisi.
E non mi può far cambiare idea il diverso momento a partire dal quale dovrà avere efficacia la delibera ovvero dall’insediamento del prossimo Comitato. Per due ordini di motivi. Il primo: è giusto che la responsabilità etica e politica della decisione ricada sull’attuale Comitato. Il secondo: sugli argomenti alla base della mia contrarietà non incide in alcun modo il diverso termine iniziale di efficacia della delibera, sia io presente o meno nel prossimo Comitato.
Il rischio che corriamo con l’adozione di un tale provvedimento è quello di riproporre la trama de Il Giardino dei Finzi Contini, la celebre opera di Bassani magistralmente ripresa sul grande schermo da De Sica, dove in una delle più importanti scene si giocava tranquillamente a tennis all’interno della villa mentre fuori divampava la guerra. In altri termini, daremmo l’immagine che dentro Cassa Forense tutto va così bene da aumentare le indennità, i gettoni mentre fuori dall’Ente invece c’è crisi, ci sono difficoltà per i Colleghi.
Il pensiero esposto, l’opinione manifestata, non è demagogia, non è populismo è – o almeno penso che sia – conoscenza della realtà in cui ci si muove, è attenzione alle difficoltà dei Colleghi, è forse più semplicemente espressione di un idem sentire con gli iscritti che mi hanno delegato.
Anche l’aumento delle indennità dei componenti del Consiglio di Amministrazione o del Presidente non è – a mio avviso – giustificata. Il Presidente, il componente del C.d.A. non è un manager, è un Avvocato “prestato” e non a tempo pieno al suo Ente di Previdenza. E’ un Avvocato che giustamente continua l’esercizio della Sua professione. E’ un Avvocato che anche, o forse soprattutto, per spirito di servizio ha scelto di candidarsi e di ricoprire quel ruolo di responsabilità.
Ed è proprio in quell’ottica di Avvocato che si è “responsabilmente prestato non a tempo pieno al servizio dei Colleghi” che viene prevista una indennità, che sulla base di quanto ho appena detto è – a mio avviso – adeguata e quindi non necessita di aumento.
Vedi Presidente noi – sia pure alcuni, ed io tra questi, con dei distinguo – abbiamo sposato il tuo programma e quindi anche la massima conclusiva che hai chiesto di fare nostra, quella di Albert Einstein “la maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che è più grande la nostra preoccupazione per gli altri che per noi stessi”. Ebbene una delibera di aumento di indennità, di gettoni ed anche del numero delle Commissioni non solo verrebbe vista come manifestazione di una nostra non maturità in quanto espressione della volontà di preoccuparci più di noi stessi che degli altri, ma soprattutto costituirebbe – almeno per me – una pericolosa ed incomprensibile deviazione dal percorso che abbiamo scelto di seguire e di condividere votando il tuo programma.
Per cui voto contro ogni aumento chiedendo sin d’ora agli Uffici – ove passasse la delibera di aumento – di calcolare la mia indennità secondo l’importo precedente e di contenere il numero delle indennità a n. 15 partecipazioni a Commissioni, rimborsando soltanto i costi sostenuti dall’Ente per mie eventuali partecipazioni a Commissioni oltre il numero di 15″

Roma, 16 dicembre 2016

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