CASSA FORENSE? SEGRETI E BUGIE

2 Maggio, 2018 | Autore : |

Ieri il nostro tesoriere nazionale Giuseppe Fera ha pubblicato una delle sue solite, trancianti riflessioni su ciò che è accaduto nel comitato dei delegati di Cassa Forense in questi anni. La riporto integralmente, perché la ritengo davvero fondamentale per sviluppare un’analisi che muova da premesse corrette:

 

 

“I delegati Cassa, provenienti dalle aree di maggiore crisi dell’avvocatura, affermano di essere stati impossibilitati a portare avanti le ragioni della decontribuzione e della proporzionalità diretta contribuzione/reddito per una questione di minorità numerica rispetto ai delegati provenienti dalle aree meno colpite dalla crisi. Peccato che sulla carta era un 42 a 38, che evidenzia plasticamente come, nella sostanza, il comitato uscente non ha voluto mettere al centro della sua azione le ragioni dell’avvocatura in crisi o, peggio, non ne è stato capace”

 

Ecco, è davvero tutto qui. E’ impensabile che i delegati uscenti, che per quattro lunghi anni sono stati silenti, appiattiti, su una linea politica letteralmente dominata da Nunzio Luciano, fatta di assistenzialismo, accentramento dei poteri in capo alla sua persona, totale indisponibilità al dialogo verso le ragioni della proporzionalità e dell’attenzione verso gli avvocati in difficoltà, ci vengano a raccontare, alla vigilia della loro riproposizione, quali candidati, che loro “avevano le mani legate”.

Nei giorni scorsi ho ripreso questo spot, ricordando con allegria le parole di Carlo Verdone, in una delle sue inimitabili parodie del potere che si giustifica della propria inerzia.

 

 

I delegati uscenti, che ci raccontano di ciò che avrebbero voluto fare e non hanno fatto, perché… avevano “le mani legate”, somigliano in modo imbarazzante al Verdone “sempre teso” al miglioramento, sempre teso…al rinnovamento. Peccato che, mentre NAD e pochi altri movimenti, lottavano per far affermare con più forza le ragioni della proporzionalità e progressività dei contributi previdenziali, i delegati che oggi si ripresentano al voto fossero impegnati in operazioni di equilibrismo degne dei migliori trampolieri del circo, attenti a non inimicarsi il potere e mai nettamente schierati al fianco di chi ha lottato, per mesi, per far affermare un diverso modello previdenziale.

 

E’ per questo che oggi risulta importantissimo informare i colleghi italiani, e quelli del centro e del meridione in particolare, su ciò che è stato effettivamente fatto per sfidare la Presidenza Luciano e portarla in direzione di una politica diversa. Dire che non si è stati in grado di fare niente, come affermato dai delegati alla Cassa di Napoli in una recente audizione richiesta dal COA, cozza con la ricandidatura nello stesso ruolo. Se si afferma di essere stati inutili per quattro anni, perché mai un collega dovrebbe dare nuovamente fiducia a quelle stesse persone, per altri quattro, lunghi ed inutili anni? Per rivedere una manifestazione di impotenza?

 

NAD non ci sta. Vogliamo un rinnovamento vero. Vogliamo che in Cassa Forense vadano persone pronte a combattere, a sporcarsi le mani, a difendere davvero i colleghi del mezzogiorno d’Italia, che hanno bisogno di una politica diversa, di una Cassa finalmente amica, di delegati che comincino a combattere, a “sudare la maglia” e non a raccontarci, con flemma e calma, che loro “avranno le mani legate”.

Avv. Salvatore Lucignano

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