CONGRESSO DI CATANIA 2018. LO SCANDALO OUA NON PUO’ ESSERE ARCHIVIATO.

5 Giugno, 2018 | Autore : |
 
Quando NAD fa informazione sulla politica forense, quando parliamo di archivio storico dell’avvocatura italiana, qualche sempliciotto, travestito da Masaniello, insorge, dicendo che così non ci occupiamo dell’avvocatura di base. Per qualcuno occuparsi dell’avvocatura di base vuol dire fare ammuina. Troppi continuano a confondere l’avvocatura di base con l’avvocato squalificato, privo di coscienza politica, che ha con la politica forense un rapporto di disprezzo e di ricatto.
 
NAD non incoraggerà mai questo genere di avvocatura. Non asseconderemo i ricatti di chi ci vorrebbe imporre determinate posizioni, offrendoci in cambio il voto “della base”. Quella, per quel che ci riguarda, non è “base”. Noi per base intendiamo i tantissimi colleghi preparati, seri, appassionati e consapevoli, che vogliono fare politica, con dignità e competenza.
 
Ecco perché ci occupiamo anche di temi che “non interessano”, ecco perché prendiamo posizione. La vicenda dei soldi legati ad OUA è stata un vero e proprio scandalo, l’ennesimo capolavoro di imperizia e strafottenza di una rappresentanza istituzionale omertosa, incapace e priva di rispetto per la categoria. Nel corso degli anni l’Organismo Unitario dell’Avvocatura è stato prima affamato, privato dei fondi necessari a farlo funzionare, ricattato dagli Ordini circondariali, con la complicità del Consiglio Nazionale Forense. Poi, quando la voragine contabile era troppo grossa per poter essere ripianata, senza che qualcuno si assumesse la responsabilità di spiegare agli avvocati italiani perché c’erano Ordini che pagavano ed altri che se ne infischiavano, con la scusa di un Organismo inefficiente, il “caso” è stato liquidato, lasciando in sospeso qualcosa come sei milioni e mezzo di euro di debiti. 
Una somma enorme, che chiama le istituzioni forensi ad un atto di serietà. Se i soldi richiesti dall’ultima Presidente dell’Organismo, Mirella Casiello, non sono dovuti, è probabile che le richieste prodotte verso gli Ordini morosi saranno oggetto di contestazioni giudiziarie. Se però così fosse, non si comprenderebbe a che titolo altri Ordini abbiano versato somme non dovute e come mai il CNF non intervenga, a recuperare quanto versato da enti su cui ha un dovere di vigilanza e controllo. Insomma, comunque la si voglia girare, se le somme richieste da OUA sono dovute, emerge una drammatica responsabilità di chi non ha versato. Se, al contrario, le somme versate non erano dovute, la responsabilità resta, poiché si sarebbe concesso, per anni, di impoverire i colleghi, versando fondi ad un Organismo dell’avvocatura non legittimato a riceverli.
Una vicenda scabrosa, ancor più grave perché nota da anni, ma lasciata marcire, con grave disdoro per noi tutti. Al Congresso Nazionale di Catania non si potrà ignorare tutto questo. Non è possibile che nessuno paghi, che nessuno si assuma mai responsabilità per i disastri creati all’avvocatura italiana.
Avv. Salvatore Lucignano
Segretario Nazionale NAD

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